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Dialoghi con la Magistratura a Messina, il dibattito “giovane” tra giustizia e bisogno di responsabilità

Riflettere, condividere opinioni, aprirsi al dialogo coltivando responsabilmente il dubbio: i giovani non sono distanti dalle questioni che riguardano la giustizia, lo dimostra la curiosità che li spinge ad approfondire i temi della Costituzione, strettamente legata ai vari ambiti del quotidiano. La loro presenza numerosa ieri al teatro Vittorio Emanuele è il segno di una nuova stagione di apertura e confronto. Grande partecipazione da parte di studentesse e studenti delle scuole della città e della provincia accompagnati da docenti e dirigenti e dell’Università degli studi di Messina, che hanno aderito con grande entusiasmo all’iniziativa, lavorano sui temi in collaborazione con l’Ufficio scolastico e con Unime Gds Lab.

Accesso delle donne alla magistratura, errori giudiziari, diritto alla difesa, libertà d’informazione tra diritto di cronaca e tutela dei diritti individuali, magistratura e contesto normativo, fra indipendenza, autonomia e libertà personali dell’individuo: queste le macroaree all’interno delle quali sei esponenti di vari ambiti giuridici hanno dato vita a una ricca tavola rotonda, rispondendo ai quesiti posti da studentesse e studenti degli Istituti superiori Bisazza, Jaci, Copernico di Barcellona, Seguenza, Ainis, Minutoli, Caio Duilio, La Farina (con la dirigente Caterina Celesti), Maurolico, Collegio S. Ignazio, intervenuti numerosi insieme ai rappresentanti dei vari corsi di laurea che partecipano al laboratorio di tecnica giornalistica Unime Gds Lab promosso dall’Ateneo peloritano con Società Editrice Sud; con loro la docente Maria Laura Giacobello che con la vice caposervizio della Gazzetta del Sud Natalia La Rosa coordina le varie attività laboratoriali.

Sulla parità di genere nella magistratura si è soffermata la presidente della Sezione Gip/Gup del Tribunale di Messina Ornella Pastore, ricostruendo le ragioni (giuridicamente infondate, anzi in contrasto con la Costituzione) per le quali fino al 1963 la carriera giudiziaria era preclusa alle donne, sottolineando il primato femminile di Messina, ma evidenziando come in generale ci sia ancora disparità nei ruoli apicali e auspicando che la fatica per il raggiungimento degli obiettivi sia la stessa, e che, soprattutto, la carriera femminile sia adeguatamente sostenuta rispetto ai carichi familiari. Sull’errore giudiziario e la riparazione, una questione che ha interessato particolarmente i giovani i quali hanno rispolverato uno dei casi più clamorosi, quello del giornalista e conduttore Enzo Tortora, si è soffermata la sostituta procuratrice antimafia Antonella Fradà spiegando il ruolo del collaboratore di giustizia e le modalità di valutazione delle dichiarazioni rese per verificarne l’attendibilità, in cambio di alcuni benefici penitenziari.

Sul diritto di cronaca e i diritti della persona si è soffermato il penalista Nunzio Rosso, parlando degli strumenti a tutela previsti dall’ordinamento giuridico e sottolineando come occorra “continenza” in ogni ruolo, e come la libertà di stampa non sia assoluta, ma vada contemperata con tutti gli altri diritti costituzionalmente garantiti, innanzitutto quello alla tutela della dignità personale.

L’art. 24 della Costituzione sancisce l’inviolabilità della difesa nei vari stati e gradi del procedimento penale e l’azione in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi: ne ha parlato il consigliere dell’Ordine degli avvocati Ernesto Marcianò delineando l’attuazione del giusto processo, anche per i delitti più gravi, mentre i docenti Unime di Diritto costituzionale Stefano Agosta e Antonio Ignazio Arena hanno approfondito alcuni aspetti legati al ruolo costituzionale di chi esercita le funzioni giurisdizionali, ad esempio in casi complessi, caratterizzati da vuoto normativo e da funzione giurisprudenziale “creatrice” - rispetto ad esempio a procedimenti di grande attualità, relativi al fine vita o alla maternità surrogata - e rispondendo sul tema cruciale della separazione delle carriere. Entrambi, sollecitati dalle domande, hanno richiamato l’importanza della magistratura in relazione alla responsabilità civica di ognuno, chiamato a fare il proprio dovere. «Siate vigili, tenete alto lo sguardo, dite sempre la vostra su ogni questione, questo è per voi il momento di esserci, alzando gli occhi se qualcosa è andata male, se è stata violata una legge, la Costituzione o negato un diritto», questo il monito di Agosta ai giovani che hanno gremito il Vittorio Emanuele, testimoniando, come ha detto in chiusura il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Messina 
Carlo Caponcello, la ricchezza del confronto diretto.

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