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Ristoranti etnici con pesce crudo e kebab, trovata merce avariata. Attività sospesa e 10mila euro di multa

Nel mirino, in particolare i ristoranti etnici che servono pesce crudo e kebab. A far muovere le pattuglie dei vigili urbani diversi segnalazioni di clienti che avevano notato qualcosa di anomalo. Così sono scattati i controlli a tappeto della sezione commerciale della polizia municipale guidata da Giovanni Giardina e coordinata dall'ispettore capo Giuseppe Cifalà nei ristoranti di pesce crudo e di kebab. E sono state individuate partite di merce avariata e l'assenza di abbattitori. Sono scattate multe che in alcuni casi hanno raggiunto i 10 mila euro euro e le denunce penali per la violazione delle leggi che contengono le norme di igiene alimentare da rispettare.

Una delle attività è stata addirittura sospesa perché sono state accertate gravi carenze igienico sanitarie. Ma non solo. Il locale era privo di acqua corrente. I servizi igienici erano in uno stato disastroso. In questo caso la multa ha superato i 10 mila euro e l'attività è stata sospesa. Alleetata l'azienda sanitaria provinciale. In un altro esercizio dove si cucinava il kebab, il gestore era totalmente inadempiente rispetto alle certificazioni di legge e teneva accanto al cibo le trappole insetticida. In un deposito si conservavano i detersivi a contatto con le scorte di alimenti. In alcune celle frigo merce scaduta e prodotti congelati venduti come freschi. Il kebab veniva scongelato e dopo la cottura la parte rimasta invenduta veniva ricongelata. Il gestore è stato denunciato per frode in commercio e detenzione di alimenti in cattivo stato. Novemila euro di multa.

Per i locali dove si consuma pesce crudo i controlli sono stati particolarmente puntati alla presenza di abbattitori. Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo è un parassita le cui larve si distruggono se il pesce è ben cotto, esteriormente e internamente e permangono invece in quello crudo anche se congelato o surgelato.

Per questo sono state emanate circolari ministeriali che obbligano chi vende o serve in tavola pesce crudo o in salamoia ad effettuare la procedura d’abbattimento preventivo del pesce con uno strumento che consente di portare l’alimento a temperature tra i -20 e - 40°C molto velocemente, Ed è stato accertato in almeno due locali che questa procedura non veniva utilizzata. In un locale etnico veniva individuati nelle celle frigo filetti di salmone e tonno senza la tracciabilità e una grossa porzione di tonno in cattivo stato di conservazione subito distrutto. Sono scattate naturalmete multe e denunce.

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