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Degrado a Messina, viveva in una capanna sulla spiaggia di Maregrosso

Sembra la capanna di Robinson Crusoe, realizzata per disperazione su un'isola sperduta. Soltanto pensare che un essere umano possa abitare in un posto del genere, a due passi di quel mare che le mareggiate portano molti metri più sopra, al freddo e all'umidità della notte, tra cani randagi e topi, fa venire i brividi.
I vigili urbani durante le ricerche del 42enne Paolo Mollica Nardo si sono imbattuti sulla spiaggia di Maregrosso in quello che rappresenta un simbolo di emarginazione e disperazione. Una sorta di casupola fatta di pedane di legno e cellophane a pochi passi dall'acqua sulla sabbia. Davanti al rifugio i resti di quello che rappresenta un rudimentale braciere per riscaldarsi alimentato con ogni genere di combustibile. Dentro il riparo, uno scolapasta, un fornellino, una giacca lasciata appesa ad un improvvisato attaccapanni. Dietro la capanna la carcassa di un frigorifero chiuso con dei grossi pietroni per evitare probabilmente che il vento lo apra che faceva da dispensa con cibo di ogni genere.

La polizia ambientale al comando del commissario Giovanni Giardina ha allertato la Messina Servizi che provvederà a smontare la capanna e a ripulire la spiaggia. Si sta cercando di rintracciare l'uomo che abita nella capanna per aiutarlo coinvolgendo i servizi sociali. Poco distante una scoperta che lascia stupiti: la ricomparsa di parte delle scarpe che avevamo individuato nella discarica abusiva di Camaro Bisconte transennata e sequestrata ieri dai vigili urbani. Accanto la stessa valigia rossa che si intravedeva nelle immagini dei giorni scorsi e un'altra busta che contiene camicie da uomo ancora imbustate ed etichettate. Il materiale è stato recuperato e sarà consegnato dopo i rilievi di rito ad associazioni benefiche

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