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Messina, fallita la mediazione per la casa occupata a Bisconte

Non si è presentata al tentativo di mediazione giudiziaria la donna di origini straniere che occupa la casa di una messinese ricoverata in una struttura protetta da 72 mesi ma in fase di dimissioni. Una vicenda finita addirittura sulla pagina facebook del ministro Salvini. Era scontato che il tentativo andasse a vuoto. La donna, l'occupante, non ha nemmeno ritirato la raccomandata che le era stata inviata. La legittima assegnataria sarà dimessa mercoledì 17 gennaio ma non ha un tetto dove andare. Arisme che ha depositato questa mattina in tribunale la richiesta di sfratto forzato ha già fatto sapere che sta lavorando ad un'ipotesi alternativa provvisoria.

L'abusiva, una trentenne di origine straniere, era stata già condannata per la stessa occupazione due anni fa a 4500 euro con decreto del giudice per le indagini preliminari. L'accusa essersi introdotta arbitrariamente in un edificio pubblico adibendolo a propria dimora. Un reato procedibile d'ufficio proprio per il suo status di stabile pubblico. La condanna è del 2021 ma l'avvocato d'ufficio della signora aveva comunque proposto appello davanti al giudice monocratico. La prima lettera inviata ad Arisme, da uno degli avvocati della donna, è datata 6 aprile 2021. Più meno in quel periodo un intervento della polizia municipale e dei carabinieri che accertavano la presenza dell'abusiva dopo aver ricevuto una segnalazione da parte dell'amministratore di condominio. Quindi la denuncia l'intervento del giudice, la condanna. Tutto inutile ai fini della liberazione dell'alloggio. Ma Arisme ha deciso di utilizzare la strategia tolleranza zero in attesa che le nuove misure approntate dal governo entrino in vigore. In corso uno screening completo sui 950 alloggi gestiti dall'agenzia presieduta da Vincenzo La Cava. La polizia abitativa proprio nella palazzina della casa al centro della disputa che avrebbe dovuto far tappa dal mediatore giudiziario ha individuato altri dieci casi di occupazione abusiva. E sono scattate le prime due denunce penali.
Dai faldoni in mano al presidente La Cava esce fuori poi un caso eclatante. La vicenda di un uomo che resiste ai tentativi di sgombero, determinati dalla decadenza dall'assegnazione per morosità o per mancata stipula del contratto da ben 24 anni. Lo sgombero forzato con la forza pubblica sarebbe già stato deciso.

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