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Messina, linguaggio "ampio", oltre l'inclusione: come parlare della diversità senza averne paura

La sociolinguista Vera Gheno all'università per parlare di convivenza delle differenze, a partire dalle parole

Le parole giuste per definire la diversità senza annullarla: è il linguaggio ampio, di cui ha parlato la sociolinguista Vera Gheno all'università di Messina su invito del prof. Fabio Rossi, ordinario di linguistica italiana, che promuove la rassegna Grandi voci a Unime.
Dal linguaggio inclusivo, che pur partendo da positive intenzioni rischia però di rappresentare le diversità solo per ricondurle ad una presunta "normalità" (diversamente abile, non udente, non vedente) una nuova sensibilità richiede il passaggio ad un linguaggio "ampio" (disabile, sordo, cieco) che appunto non toglie nulla a quanto già in uso, ma aggiunge altre possibilità di rappresentazione più aderenti alla variegata realtà, composta da una enorme gamma di differenze, legate al genere e orientamento sessuale, a patologie, etnia, età. Tutte potenziali fonti di discriminazione, che invece, anche attraverso un linguaggio rispettoso, divengono solo tratti caratteristici personali, da accettare alimentandone la convivenza.

L'argomento sarà ripreso giovedì sull'inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud.

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