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Sessanta cinghiali abbattuti nel messinese, ma non tutti sono d'accordo

Sessanta cinghiali già abbattuti nel messinese da 35 cacciatori appositamente reclutati ed abilitati dalla frequenza di un apposito corso. E altri 76 selettori da settembre sono pronti ad imbracciare il fucile. La parola d'ordine è uccidere, sui Nebrodi, sui Peloritani,vicino ai Comuni interessati ma comunque uccidere i cinghiali che in provincia di Messina come in altre zone della Sicilia si stanno moltiplicando velocemente. Ma non tutti sono d'accordo a questa vera e propria strage autorizzata partita lo scorso 3 luglio. Carlo Callegari, dirigente del Partito animalista italiano la definisce una barbarie legalizzata. Addirittura, spiega Callegari, questo metodofinisce per ripopolare la specie piuttosto che limitarla. Un meccanismo biologico fa si che quando vengono a mancare gli adulti i giovani si riproducono prima di quanto farebbero in condizioni normali e così invece di riprodursi a tre anni lo fanno a un anno e mezzo.
Il partito animalista italiano da tempo espone una serie di soluzioni più efficaci che uccidere indiscriminatamente: fare il censimento della popolazione dei cinghiali con l'aiuto delle associazioni animaliste, dare da mangiare ai cinghiali in luoghi e orari precisi, fuori dalle aree urbane. Questo consentirebbe di allontanarli dalle zone abitate oltre a permettere di nutrirli per esempio con un granone medicato che influisce sulla fecondità delle femmine con conseguente riduzione delle nascite. Questo meccanismo permette inoltre di catturare e sterilizzare i maschi di cinghiale.

Per quanto riguarda la sterilizzazione si potrebbero inoltre costruire recinti di cattura che vanno montati per qualche settimana e lasciati aperti in modo che i cinghiali prendano confidenza.
Che siano stati moltissimi ad indignarsi per la strage di cinghiali lo dimostra anche il successo della petizione lanciata sul web e sui social da Animal Protection. Basta andare sulla piattaforma change. Org e firmare per chiedere di bloccare l'attuazione della nuova legge che estende le zone di caccia a città, parchi e aree protette.

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