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Messina, tensioni al Comune: il Consiglio chiama in causa la Regione sul caso Pergolizzi

Diciassette consiglieri di opposizione hanno sottoscritto una richiesta formale di parere, mettendo in luce tutti i dubbi rimasti evidentemente irrisolti

Strategie, tensioni e ancora fuoco che cova sotto la cenere. C'è di tutto e di più nel calderone che bolle a Palazzo Zanca. I riflettori restano puntati sul consiglio comunale, dove ancora non si placano gli scontri esplosi nelle scorse settimane. Oggi una nuova seduta straordinaria, dopo una caduta strategica del numero legale mentre si discuteva della nuova composizione delle commissioni consiliari.

Un passaggio obbligatorio dopo le dimissioni di De Luca e De Leo e l'ingresso di Caruso e Schepis. Il gruppo Misto chiede maggiore rappresentatività, visto che ormai è il più numeroso, ma manca ancora la quadra. Nel frattempo però i capigruppo assicurano una sorta di pax in vista del bilancio, forse l'atto amministrativo più importante per la vita della città. Nel frattempo fa discutere la mossa politica, ma non solo, dell'opposizione che resta con la lente di ingrandimento sull'elezione del presidente Nello Pergolizzi e hanno deciso di chiedere direttamente all'assessorato regionale alle Autonomie locali un parere sulle modalità che hanno portato all'elezione di Pergolizzi.

Fin dal primo momento era stata annunciata battaglia per quell'interpretazione data dalla segretaria generale Rossana Carrubba sulla maggioranza necessaria per ritenere valida la votazione. E così 17 consiglieri di opposizione hanno sottoscritto una richiesta formale di parere, mettendo in luce tutti i dubbi rimasti evidentemente irrisolti. “Il sistema di elezione del Presidente del Consiglio comunale - si legge nella lunga nota inviata a Palermo -deve essere assoggettato, così come tutte le altre delibere di Consiglio, alle norme statutarie e regolamentari dell’ente.

Ebbene, l’art. 36 del Regolamento del Consiglio del Comune di Messina prevede che ogni deliberazione del consiglio comunale si intende approvata quando abbia ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei votanti. Ne consegue che, a prescindere da tutte le dissertazioni sull’essere la seduta incriminata considerata prima o seconda votazione, tale elezione, così come ogni delibera del Consiglio stesso, soggiace alla regola generale dell’Ente. Nel caso specifico attesa la presenza di 32 consiglieri comunali, occorrevano per una valida elezione 17 voti, mentre il consigliere Sebastiano Pergolizzi è stato proclamato presidente con il voto di soli 15 consiglieri”

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