Per demolire e soprattutto per bonificare le aree sbaraccate è stata spesa una cifra notevole. Oltre 4 milioni e mezzo di euro. Alcuni interventi sono ancora in corso. Tra questi quello del rione Taormina. Il caso di Fondo Saccà dove per cercare ed eliminare i veleni diventa emblematico. Si è scavato sino a tre metri di profondità. E' stato necessario fare più viaggi con i camion carichi di materiale contaminato trasportato poi nelle discariche specializzate nel nord Italia. Il costo di demolizione e bonifiche raggiunge, comprese le spese già effettuate e preventivate per il 2025 una cifra che supera i 4 milioni e mezzo di euro. E precisamente 870 mila euro nel 2022, 130 mila euro nel 2023, 439 mila euro nel 2024 e 3 milioni e 102 mila euro nel 2025. Sono attualmente in corso le demolizioni al rione Taormina. Nel 2022 sono state demolite 163 baracche, nel 2023 sono andate giù 38 baracche, nel 2024 74 e nel 2025 c'è la previsione di arrivare a quota 354., E ad ogni assegnazione di alloggio, prima delle demolizioni, ci sono anche da murare e da rendere inutilizzabili le baracche. Altre voci di spesa.
Il capitolo veleni è parecchio spinoso. Sotto ad ogni baraccopoli siintano inquinanti pericolosissimi dall'amianto all'arsenico. Da un anno si attende il via libera alla costruzione a Fondo Saccà. L'obiettivo è calcolare la possibilità, alla luce degli scavi effettuati e del materiale prelevato, di edificare senza pericolo. Ed è stato necessario chiedere al progettista di arrivare alla stesura di una variante. In gioco 44 alloggi. Martedì scorso la conferenza dei servizi che ha ipotizzato una soluzione. A convocare la riunione è stato il subcommissario per il risanamento Santi Trovato. Occorre rivedere l'analisi del rischio. Riducendo probabilmente la volumetria. A maggio si era deciso di scendere di un altro metro nell'area sbaraccata ben tre anni fa. il 12 dicembre del 2023 si accertava per la prima volta la presenza di veleni.
E' stato necessario un intenso lavoro di caratterizzazione. Da realizzare a Fondo Saccà ci sono due palazzine, una con i residui di un finanziamento Capacity del Comune 12 alloggi e un'altra di 32 alloggi gestiti dall'ufficio del commissario con i fondi della legge sullo sbaraccamento. Quasi 5 milioni di euro in tutto di spesa che restano ostaggio dei veleni ritrovati. Nella relazione consegnata dalla struttura commissariale alla commissione parlamentare d'indagine sulle periferie oltre al capitolo bonifiche, trovano posto le previsioni, qualora arrivasse la proroga dei poteri commissariali per il biennio 2026/2028. Tra le aree da sbaraccare quelle di via Rosso da Messina, Ritiro e Rione Taormina.
							
							
							
							
			
      
      
      
      
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