Scandagliato ai raggi X l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, generativa e non, al Sud Innovation Summit – AI for Future 2025 di Messina, che in questi due giorni ha voluto porre l’accento sulle nuove tecnologie come strumenti concreti a disposizione dei giovani.
Il campus del Polo Papardo dell’Università di Messina si è trasformato in un laboratorio vivo, dove università, istituzioni e aziende hanno dialogato con studenti e startupper per capire come l’AI stia già cambiando il modo di studiare, lavorare e creare impresa.
“L’intelligenza artificiale non è qualcosa di lontano o astratto – spiega uno dei partecipanti, studente di ingegneria informatica – ma un mezzo che usiamo ogni giorno: per la ricerca, per migliorare l’efficienza dei progetti e perfino per scrivere o progettare in modo più creativo”.
Tra i giovani presenti, molti raccontano di usare strumenti di AI generativa per redigere tesi, elaborare dati, sviluppare prototipi o dare vita a nuove idee imprenditoriali. Altri, più semplicemente, per gestire meglio lo studio e la vita quotidiana.
Un approccio che, come sottolineano gli organizzatori, rappresenta la vera sfida: educare all’uso consapevole e critico della tecnologia, evitando che diventi solo un automatismo o una scorciatoia.
“Non siamo qui per celebrare la tecnologia – aveva ricordato in apertura Roberto Ruggeri, ideatore del Summit – ma per capire come governarla. Il Sud può offrire un modello mediterraneo di innovazione: umano, etico e competitivo”.
La due giorni messinese si chiude dunque con un messaggio chiaro: l’intelligenza artificiale non è più un futuro da immaginare, ma un presente da costruire, insieme alle nuove generazioni, protagoniste di un cambiamento che parte dal territorio e parla al mondo.
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