Fra le infinite definizioni date negli anni da Miguel Angel Zotto, una in particolare serve a spiegare tutto un mondo: Il tango – sostiene - non è maschio; è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l'improvvisazione". Un'improvvisazione che rasenta la perfezione agli occhi del pubblico del Teatro Vittorio Emanuele durante lo spettacolo con il quale Zotto ha deciso di celebrare i suoi 40 anni di carriera omaggiando Astor Piazzolla.. Si apre il sipario e lo sfondo rimanda l'immagine del compositore argentino che suona il celeberrimo "Libertango" e la bella voce di Jessica Lorusso racconta la sua vita e la nascita del nuevo tango. Bravissimi i musicisti, molto coinvolgenti, uno spettacolo nello spettacolo. L'orchestra Tango Sonos con Antonio Ippolito al bandoneón, Nicola Ippolito al pianoforte, Alessio Menegolli contrabbasso e Simone Rossetti Bazzaro al violino si è esibita, ha accompagnato il coinvolgente cantante Carlos Habiague e poi si è fusa con la danza. È misteriosa la fascinazione che questo ballo esercita. Ti entra nel sangue e diventa armonia e passione contemporaneamente. Miguel Angel Zotto, uno dei più grandi ballerini di tango di tutti i tempi, porta sul palcoscenico la sua immensa arte, esibendosi con la sua storica compagna artistica Daiana Guspero e con altre quattro coppie di ballerini della compagnia Tango X2. E se anche non si è preparati a cogliere la perfezione della tecnica e a dare un nome ai passi, si rimane affascinati dalla bellezza dei movimenti, velocissimi e sensuali, dalla pura passione di questa danza che esalta mascolinità e femminilità. Zotto incanta il pubblico, balla e ancora si diverte, attrae gli sguardi e attira gli applausi che vorrebbero omaggiarlo per tutta la sera. La coreografia su "Liberatango" conclude lo spettacolo ma, naturalmente, è la "Cumparsita" a chiudere l'esibizione, perché così vuole la tradizione. E poi un fuoriprogramma: il foyer del Teatro Vittorio Emanuele si trasforma in milonga, ospitando, sotto lo sguardo del maestro, gli appassionati che da pubblico si trasformano in tangueri.