C'è la soluzione tecnica per salvaguardare l'hotel Riviera dagli allagamenti al piano terra e per poter quindi far proseguire finalmente i lavori. I reflui fognari dell'ex albergo saranno convogliati nella condotta che passa sotto alla linea tranviaria. Una soluzione condivisa tra Comune, Amam e direzione lavori della Ricciardello che ha in appalto il nuovo studentato. Si sta approntando il progetto e poi sarà necessario eseguire i lavori. Sullo sfondo un nuovo rinvio della consegna che in un primo momento era prevista per il 30 settembre. A causa degli allagamenti del seminterrato di reflui e acqua il taglio del nastro era stato rinviata al 30 gennaio su autorizzazione dell'Università e su richiesta della direzione lavori. I tecnici sono convinti che comunque non si andrà oltre i primi mesi del 2026. Intanto nei giorni scorsi sono stati consegnati i lavori di un appalto del Comune che dovrebbe risolvere gli allagamenti sul viale della Libertà che nei giorni di pioggia particolarmente intensi contribuiscono ad appesantire anche la situazione del Riviera. In costruzione una vasca sotterranea di raccolta delle acque bianche dotate di pompe di sollevamento che dovrebbe servire a preservare anche l'ex hotel dagli allagamenti. Quella vasca dovrebbe evitare che il viale della libertà si trasformi nelle giornate di maltempo intenso in una sorta di fiume rendendo impossibile la circolazione. L'hotel Riviera a maggio sembrava ad un passo dalla consegna. Secondo il capitolato d'appalto l'ex albergo, doveva essere consegnato, nella sua nuova veste di residence universitario, il 30 settembre. A luglio invece il verbale dell'Università con cui si accetta lo stop dei lavori ed un rinvio della data di consegna di 120 giorni. Prima di procedere alla pavimentazione, prima di completare la hall che comprende anche la palestra e l'angolo ricreativo, occorre infatti risolvere definitivamente il problema. L'investimento in gioco è da 10 milioni di euro lordi. E su questa esigenza e sui ritardi ha tuonato nei giorni scorsi la senatrice Dafne Musolino di Italia Viva che oltre a preannunciare un'interrogazione parlamentare, chiama in causa la città metropolitana che ha ceduto l'immobile, l'Università, il Comune. Quei 200 posti che dovrebbero essere ricavati per una città universitaria che fa i conti con le esigenze abitative di 5430 studenti all'anno, sarebbero ossigeno.