Una enorme rete da pesca a circuizione è stata rinvenuta abbandonata sui fondali di Capo Peloro. É stata prontamente segnalata dai sub di Ecosfera che sono diventati vere e proprie sentinelle dei mari, alle autorità competenti.
Tanti i pesci intrappolati e persino una tartaruga marina specie protetta rimasta uccisa. Si è già messa in moto la macchina organizzativa rappresentata da istituzioni e associazioni private per il recupero della rete fantasma. In prima linea Ecosfera guidata da Domenico Majolino e Simona Ratti.
Certo resta di grande attualità il tema della pesca illegale nell’area di Capo Peloro e non solo, un tratto di mare di straordinaria bellezza che merita di essere custodito e tutelato.
L'episodio conferma il fatto che Capo Peloro è nel mirino dei criminali del mare, i pescatori di frodo che non si fanno alcuno scrupolo. Lo scorso anno in un'operazione congiunta la guardia di finanza colse sul fatto tre pescherecci e sequestrò almeno tre reti utilizzate per la pesca con le reti da circuizione, La stazione navale di Messina e la Sezione operativa navale di Milazzo, fermarono e sottoposero a controllo tre pescherecci impegnati in battute di pesca. Due pescherecci calabresi erano intenti a praticare la pesca di tipo cianciòlo nelle acque di Capo Peloro e di Rodia, sotto costa e su fondali di gran lunga inferiori a quelli consentiti.
La pesca di frodo, o pesca illegale, effettuata in violazione delle leggi e delle normative vigenti, che può includere la pesca in aree protette, l'uso di metodi non consentiti può avere conseguenze devastanti per l'ecosistema marino e l'economia locale.
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