La grande letteratura è universale, la lingua ne custodisce l'anima, il teatro la trasforma in carne. Il Teatro Vittorio Emanuele apre la stagione con “L’Infernu”, uno spettacolo che promette di lasciare il segno: diretto da Giampiero Cicciò, porta in scena una versione inedita del capolavoro del Sommo, nella traduzione in siciliano firmata dal poeta messinese Tommaso Cannizzaro. La struttura è dinamica: ogni settimana, fino al 5 ottobre, il pubblico potrà assistere a tre canti diversi, per un totale di dodici, scelti tra i più famosi. L' idea è di Giovanni Anfuso, direttore artistico della sezione prosa, che ha pensato a un ambizioso progetto a lungo termine: Purgatorio l'anno prossimo e Paradiso nel 2027. A Cicciò va riconosciuta la forza teatrale di restituire la potenza visionaria di Dante in una chiave sorprendente. Un lavoro costruito insieme agli attori Eugenio Papalia e William Caruso- non solo interpreti, ma protagonisti del processo creativo - e il talentuoso pianista di levatura europea Marcello Conti, che per la prima volta si esibisce in una produzione del teatro della sua città.
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