Soltanto interventi tampone. Chiusura alla meno peggio effettuata dalla dalla polizia ambientale dei vigili urbani su disposizione del comandante Giovanni Giardina del varco principale, cosa peraltro insufficiente visto che dal mare è possibile entrare ugualmente come è possibile arrampicarsi sull'ecomostro “Carro Ponte”, servizio di guardiania h24 e la promessa di interventi di bonifica dentro e fuori dal cantiere trasformato in una discarica dove ci sono carcasse di animali e rifiuti di ogni tipo. Dalla curatela fallimentare nelle prossime ore una relazione al tribunale fallimentare. La stessa curatela nei mesi scorsi ha chiesto il rinnovo della concessione e un allargamento dell'area di competenza. Ben poca cosa rispetto alla situazione di pericolo e all'inquinamento ambientale che quel cantiere provoca su una delle zone più belle del litorale. A due passi, a pochi metri dai rifiuti, da quell'enorme struttura in metallo arrugginito, dove pendono pericolosamente ganci e cavi in ferro, ci sono bagnanti e pescatori dilettanti. Il pericolo è incombente. A pochi passi la pista ciclabile, un istituto comprensivo, i locali della movida estiva. Secondo il garante dei minori Giovanni Amante esiste una sola strada. L'intervento della Regione ente proprietario dell'area. Intervenga la Regione e revochi una concessione che non ha motivo di esistere. I motivi, basta guardare le immagini, ci sono tutti. Occorre revocare riprendersi l'area e demolire quel carro ponte trasformato in trampolino di lancio dai giovani teppisti. È necessario restituire quel tratto di costa ai messinesi e ridare dignità ad una città che offre ai turisti un affaccio a mare mozzafiato, tra i più belli del mondo.