Zafferia è tornata al centro della mappa urbana e dei discorsi cittadini. L’avvio dei lavori per la realizzazione del centro commerciale che potrebbero scattare entro il 2025, ha riacceso l’attenzione su questo quartiere popoloso, crocevia della seconda circoscrizione, che già negli anni '90 aveva conosciuto una crescita impetuosa con decine di complessi residenziali sorti lungo la salita che inizia dall'intersezione con la SS114.
Oggi lo sguardo che si apre da via dell’Anno Santo restituisce un colpo d’occhio potente, la fotografia di un quartiere in continua trasformazione, ma anche fragile nelle sue contraddizioni. Basta percorrere pochi metri per scoprire le ombre. Piccole discariche a cielo aperto punteggiano la strada: non montagne di rifiuti, ma abbastanza per lasciare l’amaro in bocca, specie se si pensa ai cosmetici abbandonati e ai rischi ambientali che comportano.
Un biglietto da visita poco lusinghiero per un quartiere che ambirebbe invece a mostrarsi vivo e accogliente. In uno slargo, a pochi passi da un’attività commerciale, una villetta prova a offrire respiro e svago ai bambini della zona. I pneumatici colorati incorniciano i giochi, ma la fontanella è da tempo muta: un simbolo di come anche ciò che nasce per dare vita, finisce per raccontare assenza.
Alle Fornaci, i murales regalano colore al grigio delle mura autostradali, eppure anche lì la bellezza si scontra con la realtà: poltrone, resti di divani, lettini abbandonati, quasi fossero parte di un museo dell’incuria a cielo aperto. Ancora più su, in via Giovan Filippo de Lignamine, le sterpaglie disegnano un paesaggio incolto, mentre sedie e tavolini, disposti accanto alla fermata dell’autobus, sembrano sembrano sostituire la pensilina. Infine i cartelli, quelli che ricordano ai residenti le regole da seguire in caso di esondazione dei torrenti: segnali chiari, ma che da soli non bastano. Perché la prima vera prevenzione, resta quella più semplice: curare e disboscare gli alvei, oggi molto più simili a una giungla.
Zafferia oggi vive un tempo sospeso. Tra l’entusiasmo di una nuova centralità commerciale e il peso di vecchie ferite ambientali. Un quartiere che chiede attenzione, perché la sua vitalità non venga soffocata dall’incuria.
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