Lunedì 04 Agosto 2025

Messina senz'acqua 2015: arriva il risarcimento per 650 utenti

Era l'ottobre del 2015. A capo dell'amministrazione comunale c'era Renato Accorinti. Un guasto alla condotta di Fiumefreddo mise la città in ginocchio. Le scene delle code e delle risse scoppiate davanti alle autobotti fecero il giro del mondo. La finzione, quella di film come Siccità di paolo Virzì, diventata amara realtà. Due settimane d'inferno. A scendere in campo persino Rosario Fiorello che fece un video con milioni di visualizzazioni. A Messina arrivò la protezione civile nazionale. L'acqua tornò con molto ritardo ma sul tavolo rimasero tanti interrogativi. Tanti dubbi sulla tempestività degli interventi e soprattutto sulla legittimità delle bollette che agli utenti furono ugualmente recapitate. In 650 si rivolsero alle associazioni dei consumatori Unione nazionale dei consumatori e Codacons rappresentate dagli avvocato Mario Intelisano a Antonino Cardile. Chiedendo un risarcimento. E in primo grado i giudici diedero ragione agli utenti assegnando un risarcimento di 50 euro per i primi due giorni di disagio e di 100 per i successivi. Una cifra che sfiorava il mezzo milione di euro complessivi. In secondo grado la corte d'appello composta dai giudici Giuseppe Lupo, Onofrio Laudadio e Francesca Bellafiore, hanno accolto di nuovo i motivi dei ricorsi ma hanno riformato sensibilmente l'entità del danno accogliendo di fatto la richiesta originaria delle associazioni dei consumatori e anche le motivazioni addotte dagli avvocati del collegio nominato dall'Amam Carmelo Moschella e Ninni Giunta. Sul piano morale la vittoria dei consumatori è totale mn l'Amam limita i danni che non vanno oltre i 150 mila euro. A ciascuno degli utenti che hanno presentato il ricorso andranno 25 euro al per ogni giorno di disagio di interruzione della fornitura idrica (Che cambia a seconda delle zone), Agli avvocati che hanno assistito i consumatori dovranno essere pagati 14 mila 104 euro più 545 euro oltre le spese generali e l'Iva. E' una sentenza che di fatto apre la strada ad altre azioni collettive. Il codacons tra l'altro annuncia che prima della fine dell'anno avvierà una causa collettiva contro il pagamento delle quote di depurazione che secondo l'associazione in un'ampia fascia della città che riguarda almeno venticinquemila utenze. Non essendoci depuratori quelle quote non sarebbero dovute.

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