A settembre un bando per l'assegnazione ai privati per l'Irrera a Mare, lo storico locale che sorgeva all'interno dell'area fieristica.
Nel 2022 l'ex presidente dell'Autorità di sistema Mario Mega aveva ipotizzato la demolizione. “Non sono - diceva - le Terme di Caracalla”. Poi la crociata capitanata dall'architetto Nino Principato e il vincolo imposto dalla Regione dopo la segnalazione dell'allora soprintendente Mirella Vinci. Nel bando che sarà preparato da qui a settembre saranno previste area food e parte museale.
L'ex Irrera a Mare in effetti era vincolato ope legis dalla Soprintendenza come edificio pubblico con più di 70 anni attribuito ad autore non più vivente e poi una seconda volta dal piano regolatore generale dove era stato lo stesso Principato da tecnico comunale a proporre il vincolo per l'ex Irrera a mare, per lo stand Paoletti e per i padiglioni 13 e 14. Sono consentiti solo consolidamento statico restauro conservativo e ristrutturazione.
La soprintendenza guidata da Mirella Vinci nel 2022 procedette alla valutazione sull'interesse culturale e storico emettendo un parere inviato successivamente alla Regione. E quindi arrivò il verdetto da Palermo: L'Irrera a mare potrà solo essere ristrutturato sotto quella che una volta, tecnicamente, veniva definita alta sorveglianza.
Negli anni più volte è stato oggetto di incursioni vandaliche. Inserito nel contesto del nuovo giardino fieristico l'ex Irrera a Mare potrebbe rappresentare una grande attrazione.
Autore dell'edificio è l'architetto Vincenzo Pantano
Dal 1947 al 1957 Pantano lavorò alla Fiera producendo opere architettoniche di grande pregio. Tra questi il bar-ristorante “Irrera a Mare”, nel 1953, talmente bello da essere pubblicato in monografie di architettura e in prestigiose riviste quali la milanese “Encyclopedie de l’architecture nouvelle” a cura di Alberto Sartoris. Un’architettura, il bar-ristorante “Irrera a Mare”, definita dallo scrittore Francesco Cardullo l’esempio più interessante di tutte le architetture della Fiera.
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