Castanea ha ricordato mons. Antonino Isaja, per 62 anni guida umile e illuminata di una comunità che oggi, a sei anni dalla scomparsa, custodisce l’eredità culturale e religiosa di un attivista del rinnovamento della chiesa cattolica.
In occasione dell’80mo anniversario di sacerdozio è stata scoperta e benedetta l’inscrizione che ricorda la presenza nel villaggio del prelato, che è stato anche canonico della concattedrale del Santissimo Salvatore. La cerimonia di scopertura al termine della messa, alla presenza dei familiari, delle autorità civili e militari e dei sacerdoti del comprensorio dove mons. Isaja ha operato.
Un segno di gratitudine che i fedeli, insieme al parroco don Vincenzo Majuri, hanno voluto porre all’ingresso della chiesa matrice di San Giovanni, riaperta al culto il 15 giugno scorso con la cerimonia di dedicazione dell’altare. L’edificio è stato restituito in tutta la sua bellezza, dopo i lavori di ristrutturazione che hanno interessato oltre alle opere murarie, il campanile, la copertura del tetto, il ripristino del soffitto a cassettoni in legno con l’impianto di illuminazione, il restauro della statua di San Giovanni e della vara sulla quale viene portato in processione e degli altari laterali dove verranno collocate al termine del restauro, le due tele della Madonna della Lettera tra i Santi Cosma e Damiano e la Madonna del Rosario. Un risultato reso possibile grazie alla generosità del parroco, don Enzo Majuri, degli abitanti di Castanea e di alcuni privati; sulla chiesa, sono in corso alcuni studi a seguito del ritrovamento da parte del sacerdote di una inscrizione che attribuirebbe all’edificio sacro il titolo di basilica maggiore. Si tratta di un sito di grande pregio che insieme alle altre chiese - del Rosario, di Santa Caterina, di San Cosimo - costituisce uno dei più ricchi patrimoni architettonico religiosi del territorio cittadino e provinciale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia