Si chiama "Cucco" e sarà la draga che libererà il porto di Tremestieri. Messina l'ha attesa per 100 giorni e potersi dimenticare delle centinaia di camion che ogni giorno la percorrono nelle sue vie più centrali. Si è definitivamente sbloccata la procedura autorizzativa per il dragaggio dello scivolo del porto commerciale dal quale passano ogni giorno non meno di 1.500 mezzi pesanti che attraversano lo Stretto.
Ieri pomeriggio è arrivato il decreto dell'assessore regionale con cui viene formalizzato il parere positivo della commissione tecnico scientifica. Si trattava davvero dell'ultimo step di un processo per il quale troppo tempo è stato perso dal 27 marzo ad oggi. Adesso l'autorità di sistema dovrà passare alla fase operativa. Da lunedì inizierà la fase dei rilievi puntuali e delle analisi batimetriche per capire esattamente in che punto si trovino i vari accumuli di sedimenti. Poco dopo la nave draga Cucco partirà dal Veneto verso la Sicilia lungo l'Adriatico. Tre giorni di navigazione per poi presentarsi nello Stretto e poter iniziare i lavori di spostamento degli stimati 20mila metri cubi di sabbia che ha reso inutilizzabile uno dei due approdi del porto di Tremestieri.
Questa fase di cattura della sabbia da destinare al ripascimento della spiaggia sommersa a Contesse e a Pistunina potrà scattare venerdì e dovrebbe durare 8 giorni. Nel prossimo fine settimana, però, è presso che certo che anche il secondo scivolo possa essere inutilizzabile proprio per consentire la migliore manovrabilità possibile della draga nel bacino acqueo.
"Nel dare atto della seria e fattiva alacrità del commissario Rizzo, - hanno scritto la Uil e la Uiltrasporti di Messina - ribadiamo il profondo sconcerto per quanto accaduto negli ultimi mesi ed auspichiamo un radicale cambiamento dell’iter autorizzativo da parte della regione siciliana. E’ assolutamente inaccettabile – hanno scritto Ivan Tripodi e Nino Di Mento - che, per cinque lunghi mesi, un’intera comunità debba rimanere ostaggio della burocrazia con gravi conseguenze sul piano della sicurezza, della mobilità, della continuità lavorativa e del servizio pubblico".
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