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Messina: i grattacapi dell'Amam tra sistema fognario obsoleto e scarichi abusivi a mare

É una lotta impari quella portata avanti dai tecnici dell'Amam contro i continui guasti che riguardano il sistema fognario. Troppo vecchio per reggere le riparazioni e per poter far fronte all'aumento di popolazione residente avvenuto negli anni.

Decine di segnalazioni sui liquami fognari che si riversano in mare. Preoccupa il rivolo fognario che si riversa sulla spiaggetta parallela al viale della libertà quasi di fronte alla chiesa del Ringo. Tantissime le segnalazioni partite con tanto di documentazione fotografica dalla quinta municipalità. Ma nella zona nord non sono questi gli unici reflui a preoccupare. Proprio sotto al serpentone degli imbarchi privati, accanto a quell'area che nel progetto dell'Autorità di sistema dovrebbe diventare solarium dedicato ai messinesi sgorga, prendendo velocità sul torrente Giostra, a ritmo continuo una fogna. Inutile finora qualsiasi tentativo di risolvere la situazione. Stesso discorso a giorni alterni alla foce del torrente Annunziata. Reflui anche alla foce del San Licandro. C'è poi la questione Maregrosso da risolvere. C'è un tratto di spiaggia. quello proprio sotto la via santa Cecilia che come hanno mostrato le nostre immagini viene invasa spesso e volentieri dai liquami.

L'Azienda Meridionale assicura che le pompe di sollevamento del sistema fognario che spingono i reflui fino al depuratore di Mili risultano funzionanti. E ipotizza la presenza di scarichi abusivi. Fatto sta che quella porzione di mare è impraticabile.

I reflui segnalati in più punti della città sarebbero frutto di allacci abusivi al sistema delle acque bianche, quel sistema che dovrebbe raccogliere solo acque piovane. “Individueremo uno ad uno coloro che hanno creato questi allacci e li denunceremo all'autorità giudiziaria. Abbiamo già creato delle squadre apposite”. Ad annunciare il pugno duro nei confronti di chi inquinerebbe ignorando le regole è il direttore generale del Comune Salvo Puccio.
La legge in questi casi è severissima. La pena prevista per chi inquina prevede una multa da 10 a 100 mila euro e una pena che va dai due ai sei anni di reclusione.

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