Percepivano somme che spettavano ai loro parenti disabili morti da tempo. Si tratta delle cosiddette indennità riservate ai disabili gravissimi. Cifre mensili che vanno dagli 800 ai 1300 euro.
Vengono gestite dai cosiddetti care giver, i parenti che si prendono cura di chi di fatto ha perso l'autonomia. Cifre indispensabili a mantenere decorosa la vita di chi non è stato troppo fortunato. Solo che queste cifre una volta che il parente, il disabile in questione, passava a miglior vita continuavano ad essere incassate come se nulla fosse.
Ad accorgersi dell'inghippo è stato per primo l'ufficio disabili gravissimi che ha contestato cifre erogate post mortem per 400 mila euro avviando la procedura di restituzione. Da quell'allert le verifiche interne si sono allargate sino a scoprire che i furbetti dell'indennità erano in realtà moltissimi e la somma erogata illegittimamente sfiorava in realtà i due milioni. Così la relazione ai revisori e alla Corte dei Conti che ha comunque messo in evidenza in una propria relazione l'inadeguatezza del sistema di controllo e verifica intimando all'Asp di adottare sistemi più efficaci.
Naturalmente immediato l'esposto in procura, dal quale innegabilmente scatterà l'inchiesta e l'attivazione di un altro sistema che avrebbe azzerato qualsiasi raggiro.
E c'è di più l'Asp ha già recuperato quasi la metà delle somme in questione: 1 milione e 88 mila euro. Ha avviato al procedura di recupero forzato di 400 mila euro e sta procedendo al recupero delle somme rimasta ancora in mano ai furbetti. Partita anche un'indagine e l'attivazione della messa in mora dei funzionari responsabili dei procedimenti per l'eventuale danno erariale. Gli anni presi in esame riguardano il periodo compreso tra il 2018 e il 2023. A mettere in rilievo l'inaffidabilità del sistema di controllo interno dell'Asp era stato lo stesso collegio dei revisori dei conti.
I soggetti coinvolti che hanno cioè percepito illegittimamente le indennità sono circa 500.
Caricamento commenti
Commenta la notizia