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Vasco celebra la vita sul palco di Messina davanti a 40mila spettatori

Celebra la vita e ripudia la guerra, Vasco Rossi dal palco di Messina. Sventola la bandiera con i colori dell’iride che gli ha regalato Don Ciotti dopo aver cantato gli spari sopra, ma anche c’è chi dice no. Il grande Guru della musica italiana non sbaglia un colpo né quando deve riempire gli stadi né quando li deve emozionare. Lo fa con le canzoni, ma anche con i messaggi che hanno le note di un’attualità stridente con la spensieratezza che lui è la sua strepitosa band, hanno regalato per tre ore a 40.000 persone. Vita spericolata…

La vita che racconta Vasco non ha né santi né eroi. E' quella di chi non sempre ce l'ha fatta ma che comunque pensa che vale la pena esserci e provarci. Vita fatta anche di paure e depressioni ma in ogni caso travolgente, ostinata e complicata come alla fine è quella di tutto il suo pubblico. C'era tutta Italia ieri allo stadio. Dal Veneto alla Lombardia, passando per la Calabria e la Puglia. Sono più loro che i messinesi. Dialetti che si mischiano nell'esperanto della musica del Komandante che fra una pausa e un'altra ha messo su uno spettacolo di straordinaria potenza con arrangiamenti rock anni '80, un palco hollywoodiano e un'energia senza luogo e senza tempo. Non c'è un cantante che possa tenere gli uni accanto agli altri come coetanei quattro generazioni, dai ventenni ai settantenni come il rocker di Zocca. “Siamo solo Noi” dice, e ha perfettamente ragione.

Ma torniamo alla vita, quella in cui l'amore c'è ma non per forza fa rima con cuore come per altri mille autori. Lui lo butta dentro il medley con Una canzone per te e va bene va bene così.

Il finale parla direttamente al cuore, ed è dessert di un menù che supera l'amarezza della vita con l'inno liberatorio di Se ti potessi dire e il suo “senza rimpianto”. Una delle frasi più lette sulle magliette di chi ha voluto vedere o rivedere ieri sera Vasco a Messina.

Albachiara, l'intramontabile come lui, manda tutti a casa. Ed è attraverso quei fuochi d'artificio, quei nasi all'insù, che si vede quello che pensi, ma anche quello che sogni.

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