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Messina, un "tesoro" nascosto sotto la scalinata: un progetto per far tornare fruibile la tomba a camera di largo Avignone

Restituire alla città un sito di grande valore storico, rendendolo sicuro, accessibile e fruibile. Riaprire quel luogo che conserva l'unico importante patrimonio archeologico che nessuno può visitare. Sono questi gli obiettivi di un progetto approvato in giunta pochi giorni fa e che punta a dare finalmente la dignità che merita alla tomba a Camera di Largo Avignone. Un tesoro che si nasconde sotto la scalinata, un vero patrimonio che potrebbe attirare l'attenzione di tantissimi turisti ma che resta chiuso. Nel 2017 c'era stata un'apertura del sito, tra gli artefici il compianto Franz Riccobono. Poi più nulla.

Adesso questo progetto voluto dall'assessore alla cultura, Enzo Caruso, mira a coniugare tutela del patrimonio, funzionalità urbana e valorizzazione turistica, inserendo il sito in un più ampio percorso culturale cittadino. Questo sito, emerso nel corso degli scavi per la realizzazione della scalinata di collegamento tra Largo Avignone e la Via degli Orti negli anni ‘70, rappresenta oggi un unicum per l’archeologia messinese. Ma ci sono delle criticità. La tomba si trova al di sotto della scalinata, in un vano ipogeico che ha subito negli anni utilizzi impropri, incluso il temporaneo deposito di reperti archeologici provenienti da altri scavi urbani e il monumento risulta ancora difficilmente visitabile, sia per la sua posizione fisica, sia per l’assenza di un percorso dedicato.

L’intervento di valorizzazione prevede intanto la realizzazione di una passerella metallica di accesso per garantire una fruizione adeguata del monumento. Le strutture murarie mostrano segni di degrado dovuti all’umidità che necessitano di interventi di consolidamento. L’illuminazione è inadeguata e non valorizza le peculiarità architettoniche del sito. Si dovrà intervenire anche sulla scalinata sovrastante. I gradini in calcestruzzo sono consumati e in alcuni punti danneggiati, aumentando il rischio di inciampi e cadute. L’assenza di un’adeguata impermeabilizzazione favorisce il passaggio dell’acqua piovana, generando infiltrazioni che minacciano la conservazione della tomba sottostante. Servono 326 mila euro. Si punta sui fondi Fua.

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