Dopo il sequestro arriva anche la confisca dei beni per Giovambattista Cuscinà, 46 anni ritenuto uno dei capi dell'organizzazione di Giostra dedita ad un fiorente traffico di droga. A deciderlo la sezione Misure di prevenzione del Tribunale che gli ha inflitto anche la sorveglianza speciale per la durata di cinque anni con divieto di soggiorno nel Comune di residenza. A chiedere il provvedimento era stato il Procuratore aggiunto Vito Di Giorgio che con i colleghi della DDA di Messina aveva condotto le indagini delle operazioni in cui Cuscinà era stato arrestato.
Nel provvedimento di sequestro i giudici ricostruiscono che nel 2022 Cuscinà, è stato coinvolto nell’operazione “Impasse” su un traffico di sostanze stupefacenti. Un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che aveva portato alla luce un’organizzazione, che sarebbe stata capeggiata proprio da Cuscinà, che gestiva un vasto giro di droga nel quartiere di Giostra. Nel gennaio del 2024 Cuscinà è stato condannato dal Gip con il rito abbreviato a 20 anni di reclusione in quanto ritenuto il promotore dell'associazione che operava con sede in Vico Bensaia,una sorta di fortino inespugnabile dove veniva spacciata la sostanza stupefacente.
A marzo del 2023 Cuscinà è stato poi coinvolto nell’operazione antidroga “Chanel” per la cessione, in concorso, di un chilo di droga dal valore di 37mila euro. La confisca scaturisce dagli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla polizia giudiziaria nell’operazione “Impasse”. Era emerso il suo interesse per la ristrutturazione di un immobile e la fornitura dell’energia elettrica come emerse anche da alcune intercettazioni. Secondo il tribunale, nonostante l’immobile risulti intestato ad una società, è da ricondurre alla disponibilità indiretta di Cuscinà. Un immobile dal valore di 82.500 euro ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi del 46enne. Il fabbricato che si trova in via Palermo, un'abitazione di tipo popolare, adesso è finito sotto chiave da parte dello Stato.
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