Due nomi, due volti, due storie spezzate. Due giovani donne, studentesse, due sogni infranti per strada, da chi diceva di amarle. Quasi settant'anni separano il femminicidio di Graziella Recupero, uccisa nel 1956 a soli 19 anni a Barcellona Pozzo di Gotto, da quello di Sara Campanella, ventiduenne accoltellata il 31 marzo scorso, a Messina. A unirle oggi è Fili Invisibili, una serie web che nasce dai banchi di scuola. Gli studenti dell'Istituto Copernico di Barcellona Pozzo di Gotto hanno scritto, girato e prodotto questa storia insieme al regista Fabio Schifilliti, già noto per i suoi lavori sul tema del femminicidio, sua infatti la regia del cortometraggio Omayma, che ha dato voce alla storia della mediatrice culturale tunisina, mamma di quattro figli, uccisa dal marito a Messina nel 2015. Fili invisibili nasce nell'ambito del progetto "Oltre le ombre" dell'Istituto Copernico di Barcellona Pozzo di Gotto con la Gran Mirci Film, amministrata da Giuseppe Ministeri, che ha realizzato la serie web con la fattiva collaborazione dell'Università di Messina, grazie alla grande sensibilità della rettrice Giovanna Spatari, del Comune di Rodì Milici e dell'Atm. Le scene infatti si snodano tra Messina e i comuni limitrofi: il Policlinico universitario, gli autobus dell'ATM, quei luoghi che avevano accolto Sara, che da Misilmeri aveva scelto la città dello Stretto per i suoi studi e per quella laurea che sarebbe stata il prossimo traguardo, e poi Rodì Milici, che ha accolto la ricostruzione della vicenda di Graziella, che quando morì era vicina a conseguire il diploma. La storia della 19enne barcellonese, alla quale l'assassino continuava a mandare lettere e poesie nonostante fosse stato ripetutamente respinto per poi accoltellarla per strada è finita per troppi anni nell'oblio. Nel cast figura anche l'attore Claudio Castrogiovanni che interpreta il professore a cui Sarà, pochi giorni prima di morire, aveva chiesto con entusiasmo la tesi e che ha girato le scene proprio al Policlinico con gli studenti. Ma i veri protagonisti sono i ragazzi, coinvolti in ogni fase del progetto, dalla scrittura alla regia, dalla fotografia al montaggio. Per loro non solo un'esperienza formativa, ma un'occasione per riflettere su un fenomeno che attraversa le generazioni. Attraverso Sara si racconta Graziella, e viceversa. Un legame che attraversa il tempo e diventa memoria collettiva.
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