Sabato 03 Maggio 2025

Messina, omicidio Cannavò-Portogallo a Camaro: "Costantino uccise con premeditazione"

L'undici dicembre scorso la Corte d'Assise condannò a 20 anni di reclusione, con l'abbreviato il 39enne Claudio Costantino ritenuto responsabile del duplice omicidio di Giovanni Cannavò e Giuseppe Portogallo uccisi a colpi di pistola il pomeriggio del 2 gennaio 2022 in via Morabito a Camaro San Luigi. I giudici esclusero l'aggravante della premeditazione così Costantino evitò l'ergastolo come invece richiesto dalla pubblica accusa. Ma oggi il Procuratore aggiunto Vito Di Giorgio ed i sostituti Marco Accolla e Roberto Conte e naturalmente il procuratore capo Antonio D'Amato hanno proposto appello contro la sentenza chiedendo che venga riconosciuta l'aggravante della premeditazione per Costantino rideterminando pertanto la pena nell'ergastolo aggravato dall'isolamento diurni per un anno. Tenendo conto a questo punto dell'inammissibilità del giudizio abbreviato in ragione dell'aggravante della premeditazione. Per la pubblica accusa l'esclusione dell'aggravante della premeditazione appare in netto contrasto rispetto alla ricostruzione omicidiaria operata dalla stessa Corte d'Assise. In sentenza infatti i giudici scrissero che Costantino al momento dell'arrivo delle due vittime fosse già in possesso di un arma non legalmente detenuta con la quale si trovava in attesa di Cannavò e Portogallo che aveva chiaramente convocato presso la sua abitazione ed il cui arrivo stava attendendo scrutando tramite la visione delle immagini dell'impianto di videosorveglianza. Cannavò era immediatamente colpito dai proiettili trapassanti la porta a vetri . Cannavò benché armato non ebbe il tempo e la possibilità di utilizzare la pistola riuscendo a malapena ad impugnarla prima di fuggire. Invece Portogallo lungi dal fare accesso all'interno dell'abitazione di Costantino venne colpito in strada senza avere il tempo di scendere dal mezzo a due ruote che conduceva. Luogo e mezzi di esecuzione -scrivono i magistrati nell'appello – sono stati dunque programmati e l'incontro non è certamente occasionale ma è stato fissato dal Costantino che ha dato appuntamento alle vittime annientandole non appena giunte senza alcuna precedente interlocuzione quando invece Cannavò e Portogallo erano andati per parlare come si evince da alcune intercettazioni ambientali e telefoniche. La stessa moglie di Portogallo in udienza riferì dell'esistenza di un appuntamento concordato fra le parti. I tre dovevano vedersi il pomeriggio del primo gennaio, poi Costantino spostò l'appuntamento al giorno successivo. La Corte non ritenne invece attendibile la donna che avrebbe, a loro dire, rilasciato queste dichiarazioni- solo per accreditare la tesi della premeditazione nei confronti di Costantino.

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