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Liste d'attesa, le peripezie per prenotare una Pet a Messina. Cuccì: "Corsie preferenziali per i pazienti fragili"

Ecco cosa accade a un paziente oncologico di 85 anni. Il direttore dell'Asp promette impegno per questi malati

Un'altra vicenda che racconta disfunzioni e difficoltà nel sistema di accesso ai controlli nella sanità pubblica. Non solo l'ormai cronico problema delle liste d'attesa, su cui ormai da mesi Asp e strutture ospedaliere stanno cercando di intervenire, ma cavilli procedurali che finiscono per creare disagi immani per chi ha urgenza di fare una visita. E' quanto è accaduto ad un anziano di 85 anni, malato oncologico. Il medico specialista gli aveva prescritto una pet per verificare se la malattia avesse intaccato altri organi. Un controllo da effetturare nel più breve tempo possibile, anche perchè si sa che quando si tratta di tumori spesso il fattore tempo è fondamentale. Dunque il figlio si è subito attivato per prenotare la Pet, ma chiamando il Cup ha scoperto che si tratta di un esame che non si prenota attraverso il classico sistema telefonico, ma contattando direttamente la struttura in cui si desidera effettuarlo. E così fa. In città si eseguono all'ospedale Papardo, alla villa Salus e al Policlinico, dunque il signor Nicola inizia la trafila. Dalle prime due strutture gli comunicano che la prima data utile può essere dopo quattro mesi, un tempo troppo lungo per il suo anziano papà. Sul sito del Policlinico invece viene indicata un indirizzo elettronica a cui inoltrare la richiesta, Nicola invia la mail, ma non ricevendo risposta si reca direttamente in reparto dove però gli confermano che la procedura si fa esclusivamente online e che avrebbe dovuto attendere la loro risposta. Ma non arriva. E dunque decide di contattare il Cannizzaro di Catania, dove riesce ad avere una visita nel giro di due settimane. Quindi accompagna il papà a Catania ed eseguono la Pet, sempre tramite il sistema sanitario con impegnativa. Nel frattempo, dopo circa un mese, dal Policlinico arriva la famosa risposta, ma chiedono di far compilare al medico curante un modulo e di inviarlo insieme all'impegnativa che già era stata inoltrata. A quel punto Nicola ha risposto mettendo in luce l'assurdità della procedura, tra l'altro con una perdita di tempo non indifferente e spiegando di aver risolto nel frattempo a Catania. Vuole però raccontare questa vicenda per tutti quei pazienti che magari non hanno un familiare che abbia dimestichezza o che può accompagnarlo fuori città per una visita.

 

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