Resta top secret il risultato del sopralluogo effettuato dai tecnici dell'Azienda sanitaria provinciale giovedì scorso sui pozzi di Mili che dovevano essere messi in sicurezza. La scorsa settimana si era svolto il primo sopralluogo ai pozzi di Mili. Erano presenti i tecnici dell'Asp e quelli dell'Amam.
I tecnici dell'Azienda sanitaria provinciale avevano effettuato le verifiche sui lavori che avevano chiesto all'Azienda meridionale acque per la messa in sicurezza della rete di attingimento considerata troppo vicina alla rete fognaria e alle abitazioni. L'Azienda sanitaria, ad agosto, aveva indicato al Comune la strada da seguire per ottenere l'autorizzazione all'attingimento e la certificazione di potabilità dei pozzi e quindi dell'intera rete idrica. L'Amam aveva garantito la realizzazione di alcune opere tra le quali una sorta di guaina di contenimento. E proprio quel lavoro almeno durante il primo sopralluogo di alcune settimane fa non avrebbe convinto i tecnici dell'Asp. L'Asp nelle prescrizioni dell'agosto scorso specificava che motivo di preoccupazione non era solo la qualità dell'acqua immessa in rete ma la forte antropizzazione e cioè l'insediamento abitativo a ridosso delle fonti. Perchè per ottemperare alle prescrizioni ci siano voluti quasi nove mesi resta un mistero. Quasi quanto il verdetto di giovedì scorso.
Domani pomeriggio alle 18,30 si prevede una seduta di fuoco a palazzo Zanca. E il Pd questa mattina spara nuove bordate. Un'interrogazione firmata dalla consigliera del Pd Antonella Russo e dal responsabile per il decentramento Renato Coletta che è anche consigliere della quarta municipalità. I due hanno chiesto l'accesso agli atti. Vogliono vedere ogni documento, ogni passaggio effettuato da agosto ad oggi. Vogliono vedere i risultati delle analisi dei laboratori sulla potabilità e capire se quelle analisi provengano da laboratori privati o da strutture pubbliche così come aveva chiesto l'azienda sanitaria. Ma c'è di più.
I due che prendono atto della denuncia in procura presentata dal comitato "Vogliamo l'acqua dal rubinetto" chiedono se siano state rispettate le fasce di distanza di 200 metri dai cimiteri di Briga e Mili se i pozzi siano stati realizzati in prossimità delle condotte fognarie, se l'amministrazione abbia avuto l'autorizzazione preventiva da parte dell'ASP, prima di attingere. C'è comunque da dire che sia il sindaco che l'Asp assicurano la buona qualità dell'acqua che comunque per legge e tenendo conto del provvedimento del primo cittadino resta non potabile ma utilizzabile solo per scopi igienico sanitari sino a nuovo ordine.
Caricamento commenti
Commenta la notizia