La procura peloritana ha acceso i riflettori sulla discussa cessione dell'80% delle quote del Messina, avvenuta all'inizio di gennaio nello studio del notaio Silverio Magno, tra l'ex presidente Pietro Sciotto ed AAD Invest Group, rappresentata per l'occasione dall'attuale numero uno del club Stefano Alaimo. L''inchiesta, affidata al procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e al sostituto della DDA Fabrizio Monaco, è al momento contro ignoti mentre le ipotesi di reato sono quelle di truffa e minacce.
Nei giorni scorsi sono già state sentite in procura, come persone informate sui fatti, il presidente Stefano Alaimo, l'ex allenatore Simone Banchieri che si è trattenuto qualche giorno in più in città dopo l'esonero della settimana scorsa e il segretario Alessandro Failla.
Lunedì toccherà all'ex proprietario del club Pietro Sciotto che ha già depositato alla Digos un esposto sulle pressioni che avrebbe ricevuto per cedere la società e sulla truffa che avrebbe subito, dal momento che AAD, che tra novembre e dicembre scorsi era stata associata al fallimento del club belga del Deinze, non ha rispettato nessuno dei passaggi contenuti nell'atto di cessione dell'80%.
Nel dettaglio, la fiduciaria lussemburghese del Ceo Doudou Cissè, non ha pagato a Sciotto i 2 milioni e 500 mila euro pattuiti nelle due tranche previste, con scadenza rispettivamente 20 febbraio e 20 marzo. E non ha nemmeno sostituito la fideiussione da 350.000 mila euro, posta a garanzia dallo stesso imprenditore di Gualtieri Sicaminò ad inizio della stagione per garantire il regolare pagamento degli stipendi ai
tesserati.
Purtroppo AAD, com'è noto, dopo la presentazione in pompa magna a fine gennaio a Palazzo Zanca, è andata anche oltre non pagando contributi e ritenute del trimestre novembre-dicembre-gennaio, costati sul piano sportivo 4 punti di penalizzazione e in generale creando un danno notevole sulla credibilità, ledendo l'immagine del Messina stesso all'interno del movimento e gettando nello sconforto i tanti appassionati, gli stipendi di febbraio e anche le ritenute e i contributi, scadenza “saltata” a piè pari che costerà una nuova penalizzazione all'inizio del prossimo torneo a prescindere dalla categoria. Le ritenute e i contributi sono, peraltro, al momento oggetto di discussione tra la società biancoscudata e un imprenditore messinese che le ha pagate, attraverso due aziende non del territorio, con il credito d'imposta senza, però, seguire l'iter previsto tanto che il Messina ha già chiesto lo storno.
Tanti, dunque, gli argomenti da approfondire per il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e il suo collega Fabrizio Monaco che nelle prossime settimane faranno sintesi, cercando di fare chiarezza sui tanti punti
oscuri delle vicenda.
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