Una tranquilla famiglia che adesso vive nel terrore di altri attentati, ha dovuto modificare abitudini e stile di vita ed è rimasta perfino senz'auto perché convinta che tanto se dovessero ricomprarla gliela brucerebbero ancora. Un grande problema visto che il marito è gravemente malato e deve spostarsi quotidianamente per raggiungere l’ospedale e sottoporsi alle cure. Nonostante le denunce alle forze dell’ordine e la presenza di telecamere nella zona non è stato possibile finora individuare lo stalker. Il primo episodio risale al 15 febbraio scorso. Intorno alle 23,30 un uomo, alto circa 1,70 robusto e a volto scoperto, come mostrano le immagini di una telecamera, ha appiccato il fuoco all’auto utilizzando un torcione di legno provvisto di stoffa avvolta all'estremità, imbevuta di liquido infiammabile. Riparata l’auto il 9 marzo la scena si è ripetuta. Intorno alle 2.30 di notte, l’uomo ha cosparso di benzina l’auto, parcheggiata nello stallo per disabili personalizzato e regolarmente autorizzato. L’ultimo inquietante episodio la notte del 24 marzo quando verso le 2 di notte, un uomo si è avvicinato all’auto bruciata qualche giorno prima ed ha scattato delle foto con il telefono cellulare. Tutti gli episodi sono stati denunciati alla Polizia che ha acquisito le immagini che la famiglia si è fatta consegnare da negozianti e condomini della zona. Immagini purtroppo inutilizzabili perché le poche telecamere funzionanti non hanno ripreso nitidamente la scena. Sul movente è difficile fare ipotesi. Le vittime hanno solo riferito di una lite, avvenuta nel dicembre scorso, con un automobilista che aveva parcheggiato la macchina nello stallo personalizzato ed era stato per questo multato dalla Polizia Municipale. Discussione fin troppo animata tanto da richiedere l’intervento dei Carabinieri per sedare gli animi. La famiglia oltre ad aver rinunciato alla macchina ha fatto a meno anche dello stallo che veniva occupato abusivamente 24 ore su 24. E ora chiede solo che si identifichi l'autore di questi gesti e si ponga fine a questa persecuzione che ha aggravato le condizioni di salute del disabile a causa del forte stress e della paura in cui è costretto a vivere.