Chiederanno il rimborso delle bollette da settembre ad oggi. Ritengono ingiusto che i messinesi debbano pagare l'acqua di fronte ad una situazione che ormai è diventata una vera matassa da sbrogliare. Continuano a rivendicare verità e chiarezza. Il comitato “Vogliamo l'acqua dal rubinetto” continua la sua azione. Dopo l'atteso sopralluogo ai pozzi effettuato da Amam e Asp, non sono arrivate quelle buone notizie che si sperava potessero mettere la parola fine alla confusione di queste ultime settimane. Il caso sulla potabilità dell'acqua resta aperto. Secondo l'ordinanza di settembre del sindaco Basile l'acqua non è potabile, l'Asp ha spiegato quali sono gli adempimenti chiesti per dare il via libera alla potabilità dell'acqua che scorre nella rete idrica cittadina, Basile ha più volte dato rassicurazioni, ma ad oggi la situazione resta immutata. Il comitato chiede di chiudere i tre pozzi che hanno creato questo stallo. Dopo aver scollegato i pozzi Briga1 e Briga 2, scrivono, perché insistere ad immettere nella rete cittadina l'acqua dei pozzi Busá, Cucinotta e Mili, che corrisponderebbe solo al 3% dell'intera disponibilità idrica giornaliera di Messina, continuando a far dichiarare non potabile l'acqua dell'intera città? Definiscono incomprensibile il comportamento, incomprensibile, di Comune ed Amam che in otto mesi non hanno attuato le prescrizioni dell'Asp per mettere i pozzi in sicurezza e la dichiarazione del Direttore Generale dell'Asp che non berrebbe l'acqua comunale se non a completamento dei controlli, stanno creando allarme sociale e disagi nella popolazione. Per questi motivi sollecitano il sindaco a intraprendere una strada diversa da quella percorsa fino ad oggi, chiudendo immediatamente quei tre pozzi in modo da ottenere il parere di idoneità dell'Asp e dunque la revoca dell'ordinanza sindacale. Avvisano che inoltre il comitato sta lavorando per predisporre una richiesta di rimborso all'Amam delle bollette da settembre ad oggi per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali, visto che l'acqua viene dichiarata non potabile, costringendo la cittadinanza ad acquistare acqua imbottigliata.