La promessa era arrivata un mesetto fa, durante l'ultima apparizione di Renato Schifani in città. Fondi per poter aggiornare il costo di due impianti necessari per ciclo dei rifiuti almeno di mezza provincia e che sono rimasti al palo per tantissimo tempo. Troppo tempo. Il più atteso, ma anche il più discusso, è quello per il trattamento del rifiuto umido che nascerà a Mili, accanto a quello di depurazione che fa già tanto parlare di sé. Per costruirlo servivano la bellezza di 27 milioni di euro, ma la lunga attesa dell'avvio della procedura di gara e poi il nulla di fatto di un anno fa, hanno portato alla lievitazione dei costi di altri 5 milioni. Soldi che la Srr, la società di ambito che raggruppa una quarantina di comuni, non ha e che ora la Regione ha messo in questa manovra. Altri 2 milioni e centomila euro sono stati stanziati da Palermo per poter coprire gli extracosti di un'altra struttura, quella che sorgerà all''interno della piattaforma di Pace al posto del vecchio inceneritore. Soldi che fanno lievitare il valore dell'opera da 9 a 11 milioni di euro. In questo caso la struttura con pochissimi eguali in Italia servirebbe a smaltire e riciclare il materiale dei prodotti assorbenti come i pannolini o le traversine degli animali. Attenzione, però. L'inserimento in manovra finanziaria da parte del governo Schifani non vuol dire che i soldi siano già pronti all'uso. Infatti è solo un disegno di legge che poi dovrà passare dall'assemblea regionale per il voto. Pochi dubbi che non possa superare questo esame, ma il vero fattore di crisi è il tempo. Trascorrerà non meno di un mese prima del via libera e poi serviranno decreti e altri passaggi amministrativi. Senza la certezza dei fondi la Srr non può far partire la gara d'appalto e i lavori per esempio di Mili non durano meno di 18, 24 mesi. Un tempo incompatibile con l'attuale chiusura dei lavori finanziati dal Pnrr. Senza una corposa proroga si rischia un vero buco nell'acqua.