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Nell'inferno delle baraccopoli: a Messina tre incendi in un anno, due al rione Taormina

Sono come le costruzioni in lego le baracche. Solo che non è un gioco. Se va giù una vanno giù le altre vicine. Se si incendia una il fuoco coinvolge le altre. Il livello di sicurezza è pari a zero. A gennaio un altro incendio poco lontano. Anche in quel caso tragedia sfiorata e 4 famiglie tirate fuori dall'ufficio del commissario per il risanamento retto allora dal subcommissario Scurria nei giorni successivi. Il primo febbraio del 2024 invece le fiamme avevano distrutto un piccolo gruppo di baracche in via del Proto a Fondo Pugliatti. Sei le famiglie sistemate in nuovi alloggi. E la condizione di pericolo aumenta se di mezzo ci sono bambini, anziani o disabili. Già i disabili, quelli al centro di una fortissima polemica approdata persino in Senato con tanto di interrogazioni parlamentari per lo stravolgimento del sistema di priorità adottato dal nuovo commissario che il 7 aprile riferirà in aula chiamato in causa dall'intero Pd.

Al rione Taormina ci sono ancora una quarantina di famiglie con soggetti fragili. Altre quaranta sono state estratte e portate in appartamenti civili acquistati sul libero mercato dall'ufficio commissariale per il risanamento. Le 40 famiglie superstiti dovranno attendere il turno dello sbaraccamento di via Taormina. Resteranno in quell'inferno assieme ai normodotati, poveri ma senza particolari fragilità, sino a che non si troverà una sistemazione. Al rione Taormina le baracche secondo l'ultimo censimento erano 411. Ma c'è il fondato sospetto che siano diventate 450. Tenendo conto che quaranta famiglie con disabili sono state tirate fuori servono almeno 400 case. Dopo l'ultimo incendio l'ex commissario aveva cominciato ad abbattere una prima fila quella che si affacciava sulla via Consolare Valeria, 20 baracche demolite, 11 case assegnate. Cantiere adesso fermo. A Ritiro la baraccopoli più grossa, 700 famiglie. Riflettori puntati sui progetti finanziati con i fondi Pinqua. Ce n'è uno che riguarda direttamente il rione Taormina. Ma procede a passo di lumaca. E' stata acquistata la caserma sabato per tre milioni e mezzo di euro, ci sono 23 milioni di euro per comprare sul libero mercato alloggi ma ne sono arrivati sino ora solo tre, ci sono i soldi per la riqualificazione e la trasformazione della caserma e per al costruzione di un nuovo edificio. Ma è una corsa contro il tempo per non perdere i finanziamenti forse già persa. Occorre completare ogni cosa con tanto di rendicontazione entro il 31 marzo del 2026 e i lavori non che dovrebbero durare secondo i contratti dalla consegna dai 365 ai 500 giorni, non sono iniziati. Non sono iniziati per il progetto del rione Taormina come non sono iniziati a Bisconte dove c'è la diatriba per il terreno valutato due milioni e 600 mila euro di proprietà dell'Iacp. In gioco 145 milioni. Senza una proroga il rischio che questi finanziamenti vadano persi è più che fondato. E per gli abitanti delle baracche, fragili bambini ed anziani compresi, sarebbe notte fonda.

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