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Messina, scontri dei "No Ponte" in centro: i primi due denunciati sono del Nord Italia

“Volete inondarci di cemento? Ma sarà la nostra risata che vi seppellirà”... era questo lo slogan della manifestazione contro il ponte che ieri pomeriggio ha trasformato il centro di Messina in uno spazio di guerriglia urbana. Ma c'è ben poco da ridere dopo aver visto quello che è successo in pieno centro città. Sotto le mentite spoglie di una carnevalata una frangia dei 150 manifestanti in maschera ha alzato i toni della protesta arrivando anche allo scontro con la Polizia e le altre forze dell'ordine in almeno un paio di occasioni. Gli antagonisti lanciano bombe carta contro la polizia e in una di queste cariche di alleggerimento, un agente è finito a terra ed è stato aggredito da un gruppo di facinorosi che gli hanno procurato la lussazione della spalla. Già ieri sera sono stati identificati e denunciate due persone, entrambe del nord italia, uno per resistenza a pubblico ufficiale e l'altra perchè avevea con sé un coltello. Ma le indagini proseguiranno e nei prossimi giorni sono attesi sviluppi , perchè se non fosse chiaro, tutto questo era assolutamente premeditato altrimenti materiale esplodente e bombolette spray non sarebbero stati negli zaini di quei manifestanti. Il day after è di quelli che fanno male. La via Sant'Agostino e soprattutto la via XXIV maggio oggi si presentavano così. Le facciate di palazzi, scuole, negozi e delle chiese trasformati in un murales di insulti, messaggi politici, e proteste. La media Verona Trento è stata coperta di scritte, stessa cosa al liceo Seguenza.

E che dire della chiesa del monastero di Montevergine le cui origini risalgono al XV secolo e che è stata deturpata e oltraggiata? Che colpa hanno i proprietari delle case della zona che, non solo ieri pomeriggio hanno vissuto attimi di terrore, ma oggi devono pure fare i conti con l'incombenza di dover pulire tutto. Un bel gesto sarebbe se gli enti pubblici se ne facessero carico come dovranno fare per i loro edifici imbrattati. E' la prima volta che una manifestazione di dissenso alla costruzione del ponte ha questo tipo di deriva. Non era mai successo che l'opinione fosse occasione di violenza. Guai se Messina diventasse come la val di Susa, dove la frangia più violenta dei No Tav ha spesso messo a ferro e fuoco la zona. Il fatto che buona parte dei facinorosi di ieri non fosse nemmeno siciliano, però lascia intendere che le infiltrazioni di violenti in gruppi che legittimamente possono manifestare dissenso, non sono più un'ipotesi ma da ieri una certezza.

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