La terra proveniente dagli scavi del raddoppio continua a sollevare polemiche. Riflettori puntati sull'arsenico. Sulla percentuale di veleni presenti in quell'area da ventimila metri quadrati finita sotto sequestro così come la vasca di Nizza di Sicilia. C'è chi teme per le falde. Legittimo domandarsi in che percentuale sia presente l'arsenico proveniente dagli scavi e quale grado di sicurezza presenti quella massa di detriti lasciati all'aperto ma coperti con dei teloni. Se pioggia e vento possano influire su contaminazioni e infiltrazioni. Il comitato spontaneo guidato da Alessandro Brigandì ha raccolto quasi 500 firme che chiedono conto e ragione di questa situazione. Si pretende sicurezza per i bambini e per tutti gli abitanti della zona. Il Consiglio comunale straordinario di qualche giorno fa ha preso anche una posizione forte. Si pretendono risposte entro pochi giorni altrimenti si chiederà di fermare i cantieri. E c'è un altro elemento a preoccupare non poco quello relativo alle falde acquifere. C'è chi teme che l'inquinamento possa arrivare all'acqua. L'asp che ha competenza proprio sull'acqua presente in Consiglio con Maria Gabriella Caruso e Natale Lombardo in consiglio comunale ha assicurato: nessuno pozzo autorizzato ricade in zona. Il presidente del secondo quartiere Davide Siracusano però inserisce un altro dubbio. Oltre ai pozzi censiti ce ne sono decine e decine non autorizzati e non censiti. E vengono utilizzati per irrigare gli orti. Pippo Lombardo deputato regionale e sindaco di Sud Chiama Nord chiede dati sul monitoraggio ambientale da Giampilieri e a Contesse di suolo aria e acqua. Ma intanto l'accesso al portale ufficiale SigMAP di Italferr che monitora 24 ore su 24 i cantieri delle ferrovie gli è stato negato. Si deciderà se fornire i numeri al parlamentare che è anche sindaco di Roccalumera lunedì.
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