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Messina, l'amministrazione Basile bocciata sull'occupazione suolo

È una sonora sconfitta, quella incassata dall’amministrazione comunale con la bocciatura del nuovo regolamento per Canone Unico Patrimoniale. . Una sconfitta prima di tutto politica appare quella emersa fra ieri e stamattina quando il consiglio comunale si è riunito, per oltre sette ore, per analizzare la proposta che arrivava dall’assessore Roberto Cicala. Tutto il centrodestra ha votato contro il testo in più parti rivisto dall’amministrazione. Ma a fare la differenza sono stati in particolar modo gli emendamenti presentati soprattutto dal gruppo di fratelli d’Italia. Alcuni di questi non hanno superato il voto d’aula, nonostante avessero anche le firme a sostegno di qualcuno dei consiglieri che supportano Basile. E alla fine quelle bocciature hanno segnato il destino dell’intera delibera. Un’annotazione politica che sembra lontana 1000 miglia da quella comunione di intenti che è stata confermata nei giorni scorsi dalla presenza del governatore Schifani e del sindaco De Luca nel salone delle bandiere. Chi pensava che l’aula fosse già stata permeata dagli effetti di questa liaison è rimasto deluso e forse anche sorpreso dai toni con i quali è maturato il dibattito d’aula. L’opposizione reclama una mancanza di condivisione ad ampio respiro su una parte delle novità che sarebbero state introdotte. Lo scivolamento del voto di ieri ad oggi aveva già minato l’efficacia del nuovo regolamento visto e considerato che comunque avrebbe avuto effetto dal 1 gennaio del 2026.

A questo punto da più parti è arrivata la indicazione di posticipare ulteriormente la modifica del regolamento per avere più tempo e approfondire meglio determinati temi. In particolar modo quelli legati all’occupazione del suolo con sedie e tavolini e con i Dehors. A tal proposito le novità principali sarebbero state quella della eliminazione della richiesta semplificata di occupazione del suolo pubblico che era stata introdotta durante il periodo COVID. Altra modifica sostanziale che dovrà essere ridiscussa, quella che non si possono chiedere meno di 60 cm di suolo pubblico di profondità da poter occupare. Una misura ritenuta minima per poter sistemare almeno una fila di tavolini senza invade lo spazio destinato ai pedoni. Altra novità sarebbe stata quella legata ai controlli che sarebbero potuti avvenire in maniera più celere attraverso l’affissione pubblica di un codice digitale, un QR code, dal quale rapidamente la polizia municipale può evincere quale sia lo spazio autorizzato ed evidentemente verificare se l’area è stata rispettata oppure no. Bocciata anche il termine massimo di 29 anni per i passi carrabili che oggi invece non hanno una scadenza naturale.

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