Da Curcuraci al polo Sud. C'è anche una messinese a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi che ha appena concluso la sua missione in Antartide. 40 giorni in mezzo ai ghiacci più studiati del mondo per cercare di capire come stia la Terra e individuare una via d'uscita alle tante sventure ambientali che l'uomo ha innescato.
Nancy Lucà è una oceanografa che sta svolgendo un dottorato di ricerca fra la nuova Zelanda e il polo sud. É stata scelta per la seconda volta per far parte di una delle missioni italiane in Antartide, condotte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e gestito dal Cnr per il coordinamento scientifico, da Enea e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale per la gestione tecnica e scientifica della rompighiaccio Laura Bassi.
25 anni, diplomata al Liceo Archimede, si è laureata all'università di Messina in scienze e tecnologie della navigazione e poi ha concluso i suoi studi alla Partenope di Napoli con la magistrale in Scienze del clima. Quindi l'esperienza del dottorato di ricerca che quest'anno ha portato Nancy Lucà per la seconda volta a polo sud.
Lei si occupa insieme al resto dello staff scientifico di misurazioni di oceanografia fisica. Alcuni strumenti monitorano il polo, vengono ancorati sul fondo, e recuperato dopo un anno, altri profilano la colonna d'acqua, altri vengono lasciati galleggiare per studiare correnti e altre attività.
In 50 hanno vissuto sulla rompighiaccio Laura Bassi partendo dalla nuova Zelanda, letteralmente dall'altra parte del mondo rispetto all'Italia e con 12ore di fuso orario. 50 persone su una imbarcazione di 80 metri di lunghezza che anche se con tutti i confort è pur sempre una nave in mezzo al nulla visto che il polo sud è l'unico continente non abitato del nostro pianeta.
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