Si allarga la protesta degli abitanti di Contesse e di Villaggio Unrra. Sono quattrocento le firme apposte sulla petizione proposta dall'associazione presieduta da Alessandro Brigandì. Sarà inviata alle istituzioni e specialmente a quelle preposte ai controlli. C'è parecchio timore per le terre inquinate dall'arsenico provenienti dagli scavi del raddoppio. Un inquinamento che ha fatto muovere nelle scorse settimane la Procura di Messina. La sostituta Roberta La Speme ha aperto un fascicolo che riguarda tre aree sequestrate: quella di Nizza di Sicilia, dove sono stati apposti i sigilli ad alcune vasche; quella del Villaggio Unrra-Contesse, dove un’area di ventimila metri quadrati è al centro di accertamenti, un altro terreno più piccolo localizzato nel comune di Alì Terme. Il Consorzio assicura che gli scavi a Sciglio, luogo da cui proviene quel materiale di scavo, per il momento sono fermi. Osservato speciale come è il livello di arsenico. Nelle zone residenziali il limite massimo è di 20 milligrammi per chilogrammo, nelle zone industriali può spingersi fino a 50 milligrammi per chilogrammo ma non superarlo. E nei luoghi requisiti dalla Procura, nei punti oggetto di prelievo di campioni e successive analisi, quei numeri sarebbero di gran lunga maggiori, fino ad arrivare a 100 milligrammi. Gli abitanti di Contesse che hanno firmato la petizione vogliono chiarezza. Vogliono capire perchè nonostante il sequestro operato dalla magistratura ci sia ancora un via vai di Tir. Chiedono all'Arpa di effettuare continui esami, rilevazioni ambientali sui materiali stoccati. Chiedono di verificare il contenuto dei cassoni dei tir che continuano ad arrivare e di monitorare un altro aspetto: l'inquinamento acustico e ambientale provocato dai camion anche dal solo passaggio. L'associazione #isamupubbirazzu guidata da La Cava chiede che vengano rivisti gli orari che autorizzano i Tir ad entrare e ad uscire dall'area di stoccaggio contingentando gli arrivi dei Tir. Gli scavi nella galleria Sciglio sono comunque per ora bloccati.