A differenza di altre programmazioni, la Regione l'anno scorso ha deciso di finanziare con fondi europei, non più i progetti di singoli comuni ma favorire quelli di aree aggregate, come quelle metropolitane che hanno come riferimento un capoluogo. Il tessuto urbano di tutti questi comuni è legato per motivi di servizi, di pendolarismo, per motivi economici a quello di Messina. Ed è per questo che è stato possibile sviluppare dei progetti che siano legati uno altro, alcuni addirittura completamente condivisi. A disposizione in questa fase ci sono 72 milioni e mezzo di euro e la riunione in prefettura con Renato Schifani è servita a fare il punto sul progresso delle attività. La lista dei progetti è lunga ma non ancora definitiva ma qualcosa è già emerso e dovrebbe trovare l'accordo di tutti. Qualche esempio? Partendo dalla provincia potrebbero essere rimessi in condizione di piena e più utile fruibilità la villa comunale di Rometta, il castello di Venetico, il campo sportivo di Ali Terme, il borgo marino di Scaletta, la rete idrica di Itala. In città si potrebbe intervenire con il secondo stralcio per il restauro e la riapertura completa di Forte Gonzaga, o la realizzazione di quel trattamento meccanizzato del rifiuto residuo o indifferenziato che completerebbe il ciclo della gestione e farebbe risparmiare milioni di euro a tutto il territorio non solo a Messina. Ma ci sono margini anche per migliorare la mobilità ed è uno degli aspetti più intriganti. Per esempio è previsto l'acquisto di nuove vetture del tram, quel tram che sarà fermato nelle prossime settimane in vista dell'avvio dei lavori per il rifacimento delle aree in cui passa e del rinnovo tecnologico dopo 20 anni di attività. Adesso i sindaci e i tecnici incaricati di tenere le fila del progetto dovranno fare una scrematura e poi avviare l'attività vera e propria di realizzazione che, di solito, è il vero scoglio di questi maxi investimenti.