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Sprofondo giallorosso, AAD non rispetta le scadenze

Trovare una via d'uscita nel labirinto in cui si è cacciato il Messina è difficilissimo. La società vive una fase di stallo dopo il mancato pagamento dei contributi e delle ritenute da parte del socio di maggioranza AAD Invest Group e la domanda che tutti si fanno è sempre la stessa. Cosa e perchè sia stata spinta a Messina, sull'onda lunga del fallimento del Deinze, senza avere la possibilità di sviluppare un progetto serio e soprattutto senza i fondi che necessitavano.

Domani AAD, come messo nero su bianco davanti al notaio, dovrebbe pagare la prima rata all'ex presidente Pietro Sciotto da 1 milione e 250.000 euro per l'80% delle quote ma visti i pressupposti appare impossibile che tutto si concluda con la soddisfazione delle parti. In questo contesto ci sono i malumori della piazza ma anche del direttore sportivo Roma, dei calciatori e dello staff tecnico che ieri hanno espresso il loro punto di vista, assicurando l'impegno in campo. Appare da escludere, intanto, che Sciotto ritorni in possesso dell'intera proprietà dopo essersene liberato in fretta e furia all'inizio dell'anno.

In questa situazione il Messina è, dunque, destinato al baratro, sia in campo, sia fuori. Il tentativo di raccogliere fondi, attraverso una colletta appare velleitario ed è la certificazione che AAD, a breve, non verserà nulla sul conto corrente societario, a differenza di quanto promesso in pompa magna, lo scorso 31 gennaio, davanti al sindaco Federico Basile dal quale, peraltro, ci si sarebbe attesi una presa di posizione ferma e che, invece, è rimasto incomprensibilmente in silenzio come se il calcio non fosse un argomento prioritario.

L'unica possibilità affichè il Messina possa uscire dall'empasse è quella che AAD restituisca le quote a Pietro Sciotto che potrebbe anche respingerle ma, in qualche modo, in virtù di quanto sottoscritto dal notaio Magno, autorizzare la fiduciaria lussemburghese a trattare con altri soggetti, lasciando che un eventuale contenzioso possa essere risolto da un tribunale, liberando il club da tutti i lacci. Non c'è tempo da perdere, del resto il presidente Stefano Alaimo ha ancora la delega da parte del Ceo Doudou Cissè e potrebbe esercitarla, prendendo finalmente una posizione attiva nella vicenda.

All'orizzonte ci sarebbero alcuni imprenditori locali che potrebbero subentrare, accettando anche la sicura penalizzazione della squadra che rischia fino a 6 punti per aver saltato la scadenza di contributi e ritenute, a patto, però, di trovare una situazione limpida e che ci sia il tempo di rimediare agli errori fatti da altri.

Viceversa il rischio è quello di vivacchiare in attesa dell'irreparabile e delle conseguenze di un fallimento che potrebbe essere prima sportivo e poi finanziario.

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