Nella corsia lato monte, quella che non è stata intaccata dalla frana, è stato ricavato da Anas un corridoio di circa 1,5 m di larghezza lungo il quale è possibile attraversare la struttura e passare da una parte all’altra del ponte. Un transito fondamentale per chi abita nella zona perché consente di utilizzare eventualmente anche i bus dell’ATM che conducono da una parte verso Spartà, da dove il viaggio prosegue su mezzi più grandi, e dall’altra direttamente a Orto Liuzzo.
Si tratta del primo vero intervento dopo la chiusura completa di venerdì scorso. Ma resta il tema del ripristino del ponte. E su questo è probabile che serva un nuovo incontro per chiarire come si intenda proseguire.
In 30 giorni sarà messa in sicurezza la scarpata con una serie di micro pali che consentiranno in quattro settimane di poter attraversare a senso unico alternato la zona di ponte Mella. Sugli step successivi sono emerse soluzioni diverse. L’Anas, gestore della Statale, attraverso il suo dirigente Nicola Dinnella, pensa di poter far seguire un intervento definitivo che prevede la ricostruzione integrale del ponte Mella. Un progetto in cantiere da tempo e che in tre mesi, quindi prima dell’estate, consentirebbe di tornare al doppio senso ordinario con un ponte sicuro. Ma senza una viabilità straordinaria in loco e quindi per tre mesi, con l’unica alternativa del passaggio dai Colli o da Faro Superiore.
Il comune invece, dopo le riunioni in prefettura, punta ad un altro cronoprogramma. Dopo il senso unico alternato, sarebbe opportuno rimettere in condizioni di sicurezza l’attuale ponte, farlo tornare in altri due mesi percorribile in ambo i sensi e poi programmare con calma l’intervento di ricostruzione integrale prevedendo una viabilità ’alternativa in zona. Magari quella che oggi appare irrealizzabile sul lungomare e che con qualche accorgimento tecnico in più e soprattutto più tempo potrebbe ridurre ulteriormente i disagi per i tre mesi dei lavori di ricostruzione.
Due idee diverse per tempi e per procedimento che andranno messe a confronto anche nell’ottica di eventuali altri contemporanei lavori in tangenziale da parte del Cas. Perchè avere cantieri su entrambe le strade che collegano Messina alla zona tirrenica è un supplizio che andrebbe risparmiato ai cittadini
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