Dai grandi enti e dalle principali istituzioni pubbliche agli studi professionali. Si allargano le verifiche puntuali sui pagamenti della Tari in città. Il Comune ha avviato in questi giorni le primissime verifiche sulle dichiarazioni e sui pagamenti degli immobili utilizzati a scopo lavorativo in particolar modo da ingegneri, architetti commercialisti e avvocati.
L’obiettivo di palazzo Zanca è quello di poter avere il quadro più veritiero possibile rispetto al reale utilizzo di spazi che devono rimanere distinti fra abitazioni e studi professionali. Il pagamento del tributo per coprire il costo dei rifiuti di una abitazione familiare è diverso ovviamente da quello di uno studio professionale e questo incide anche sulla distribuzione del carico da circa 60 milioni di euro su tutti i cittadini e su tutte le aziende. Se tutti pagassero regolarmente il peso del tributo sarebbe sicuramente più leggero e soprattutto non a carico dei soliti noti onesti.
Nel corso del 2024 dal Comune sono partite circa 4000 comunicazioni via pec agli iscritti agli ordini professionali della città. Si chiedeva di verificare la propria posizione contributiva rispetto alla Tari comunicando lo spazio nel quale si stesse lavorando e se fosse o non fosse coincidente con l’abitazione familiare. Pochissime le risposte se non di coloro che hanno comunicato che facevano parte di uno studio associato e che l’incombenza del pagamento della Tari fosse in capo ad un altro collega. Per questo sono scattate le verifiche di un pool di nuovi assunti al comune e di tecnici della Patrimonio Messina su tutti gli iscritti ai principali ordini.
E dai primissimi controlli è emerso che almeno il 50% delle posizioni è irregolare o per omessa denuncia, o per superfici non del tutte dichiarate e o perchè l'immobile non era correttamente catalogato. Chi ha lo studio professionale nella stessa casa in cui abita paga la Tari solo per l'abitazione, ma non si può far passare uno spazio distinto utilizzato per studio per una casa. La regolarizzazione di queste posizioni e il completamento delle verifiche sulle grandi aziende e i grandi enti pubblici, dicono a Palazzo Zanca dovrebbe portare quanto meno alla conferma delle tariffe del 2024, ma senza troppi giri di parole, l'obiettivo potrebbe essere quello di una ulteriore riduzione, non certo del 30% come l'anno scorso, ma di un altro 5% che alleggerirebbe ulteriormente il peso di un tributo che è stato un incubo per troppi anni.
Caricamento commenti
Commenta la notizia