Occorre scendere di altro mezzo metro a Fondo Saccà nell'area sbaraccata tre anni fa. Una settimana fa sono arrivati i nuovi risultati delle analisi del terreno effettuate in contradditorio con gli enti preposti ai controlli Asp e Arpa. Occorre andare oltre il metro e mezzo profondità al quale si era già scesi. Ci sono tracce evidenti di contaminanti. E allora occorre scendere e prelevare ancora. Nulla di sorprendente ma è indubbio che i veleni frenino la costruzione di nuove case. Era il 12 dicembre del 2023 quando si accertava la presenza di veleni in quegli enormi spazi lasciati liberi dalle baracche abbattute oltre due anni prima con il primo colpo di piccone dell'allora sindaco Cateno De Luca. Poi l'iter degli appalti delle bonifiche di questo e di altri siti. É stato necessario un intenso lavoro di caratterizzazione effettuato dalla struttura commissariale per il risanamento guidata dal subcommissario Marcello Scurria . Di fatto i sono i progetti esecutivi per i nuovi alloggi, ci sono i fondi ma non si può iniziare. Almeno non subito. Occorrerà scavare almeno altro mezzo metro e poi dopo attendere la rimozione del terreno prelevato. E ancora effettuare nuove indagini. Tra uno step e l'altro c'è l'attesa per le analisi e le controanalisi in contradditorio. Milioni di spesa e mesi e mesi di lavoro. Da oggi intanto è iniziato il trasbordo del terreno contaminato prelevato ad un mezzo e mezzo di profondità. Da realizzare a Fondo Saccà ci sono due palazzine, una con i residui di un finanziamento Capacity del Comune 12 alloggi e un'altra di 32 alloggi gestiti dall'ufficio del commissario con i fondi della legge sullo sbaraccamento. Quasi 5 milioni di euro in tutto di spesa.