Hanno provato a far sentire forte la voce di dissenso di piccole comunità che rischiano di vedere i loro villaggi sempre più isolati. Hanno raccolto firme che danno un nome e un cognome a tanti cittadini che chiedono di essere tenuti in considerazione. Adesso rivolgono l'ultimo appello al sindaco Federico Basile affinchè possa essere lui a fare un estremo tentativo per provare a invertire la rotta su una decisione che ormai sembra definitiva e irrevocabile. Esattamente tra una settimana chiuderanno gli uffici postali di Camaro Inferiore, San Filippo Superiore e Massa San Giorgio. Il 20 gennaio i tre sportelli non saranno più attivi, così come annunciato ormai da diverse settimane da Poste Italiane. Una decisione che rientra nel piano di razionalizzazione portato avanti da Poste e che in città ha immediatamente scatenato la reazione dei tre villaggi che perdono non solo un servizio importante ma anche un punto di riferimento e un presidio sociale, in particolare a Massa San Giorgio e San Filippo. Piccoli villaggi collinari, abitati per lo più da anziani che nell'ufficio postale hanno sempre visto l'occasione per poter essere autonomi in piccole attività ordinarie come pagare le bollette e soprattutto prendere la pensione, ma anche pretesto per incontrare i vicini, fare due chiacchiere. Per questo i presidenti dei tre quartieri che perdono gli uffici si sono immediatamente mobilitati. Il presidente della terza e della sesta municipalità, Alessandro Cacciotto e Francesco Pagano hanno raccolto centinaia di firme nei rispettivi quartieri, petizioni già inviate a Poste Italiane, al Ministero e ovviamente al sindaco Basile. Anche Davide Siracusano, dal secondo quartiere, ha portato in piazza il malcontento di San Filippo Superiore. A sette giorni dalla chiusura oggi i tre presidenti si rivolgono al sindaco Basile e gli chiedono un ultimo tentativo di dialogo con Poste. Il sindaco aveva assicurato impegno nella vicenda, poi però da un documento di Poste indirizzato al consigliere comunale Libero Gioveni era emerso che già tra ottobre e novembre il primo cittadino era stato informato della decisione. Oggi al sindaco chiedono di intervenire per provare a scongiurare ciò che accadrà il prossimo 20 gennaio.
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