E' costato poco meno di mille euro ad un condominio di San Licandro l'indiscriminato conferimento dei rifiuti nei carrellati. Messinaservizi ha imposto la bonifica. Tolleranza zero infatti e da alcuni giorni controlli a tappeto da parte di Messinaservizi e dei vigili urbani. Inutili le continue segnalazioni fatte dagli operatori che trovando ogni genere di rifiuto nel giorno dell'indifferenziata si vedono costretti a lasciare il bollino che indica la non conformità del conferimento. Messinaservizi guidata da Maria Grazia Interdonato ha deciso da giorni di passare alle maniere forti. Ha così allertato i vigili che hanno intimato ai condomìni la bonifica dei siti inquinati. Diversi i condomini finiti nel mirino in via Olimpia, in viale Regina Elena e sul viale Giostra. In alcuni casi sono stati utilizzati i famigerati sacchi neri vietati da un'ordinanza sindacale del 2018. I vigili hanno chiamato uno ad uno gli amministratori imponendo con tanto di verbale la bonifica del sito, (in gran parte i carrellati per mancanza di spazio vengono lasciati anche su suolo pubblico in un tempo prefissato pena la denuncia per abbandono di rifiuti e quindi una multa salata) che può essere effettuata o da Messinaservizi a pagamento o da una ditta specializzata esterna. E oggi è partita la prima stangata. Il primo amministratore si è messo in regola chiamando proprio Messinaservizi: 1000 euro circa il costo della bonifica che poi sarà ripartita con le quote millesimali tra tutti i condòmini. I controlli intanto continuano su tutto il territorio e riguarderanno anche la zona centro e la zona sud. Nel mirino di Messinaservizi e dei vigili urbani poi ci sono le discariche abusive. Ce ne sono 60 disseminate su tutto il territorio. Bonificarle costa a Messinaservizi 1 milione di euro all'anno. Ma dal primo gennaio a vigilare oltre alla polizia municipale c'è una società esterna che ha a disposizione 54 fototrappole nuove di zecca. Sono già state acquisite le prime immagini degli inquinatori. Se identificati rischiano una multa da 1000 a diecimila euro e nei casi più gravi la denuncia penale.