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Messina, ci sarebbe anche l'Inps tra i debitori del Comune rispetto alla tassa comunale sugli immobili

Ci sarebbe anche l'Inps tra i potenziali grandi debitori del Comune rispetto alla tassa comunale sugli immobili. Sono in corso accertamenti. Palazzo Zanca entro il 31 dicembre concluderà la campagna di controlli che coinvolgono enti e istituti religiosi. Da recuperare secondo il Comune, la campagna è portata avanti dall'assessorato retto da Roberto Cicala, ci sono decine di milioni. Si allargano le verifiche sull'Asp che potrebbero riguardare adesso non soltanto il 2018 ma gli anni a seguire e non solo l'ospedale Margherita oggetto di un contenzioso da 250 mila euro. La questione è già finita davanti alla giustizia amministrativa dove l'Asp ha ottenuto per ora soltanto una sospensiva sul pagamento in attesa di una vera e propria sentenza.

Secondo il Comune, in questo caso, la mancata presentazione della dichiarazione Imu, da parte di un ente non commerciale e il mancato collegamento funzionale dell'immobile oggetto dell'accertamento ceduto in comodato ad altro ente regionale sono motivi che farebbero automaticamente decadere l'Asp da un'eventuale esenzione per il 2018 e per tutti gli anni successivi. Proprio una mancata presentazione ha fatto scattare l'ingiunzione di pagamento da 17 milioni e mezzo di euro nei confronti dell'Università che, certa invece di avere le carte in regola ha impugnato il documento davanti ai giudici tributari che devono ancora fissare l'udienza.

L'ultima sentenza che dà ragione alla strategia di Palazzo Zanca è dello scorso 24 ottobre e riguarda l'Istituto Autonomo Case Popolari. In questo caso l'accertamento aveva svelato che l'Iacp nei cinque anni esaminati non aveva pagato 2 milioni 960 mila euro e a marzo era scattata la notifica da parte del Comune. L'Istituto case popolari ha deciso di presentare ricorso rigettato in primo grado. Stesso risultato con la Casa di Ospitalità Collereale che ha perso il ricorso in primo grado e che dovrebbe pagare 2 milioni 379 mila euro. Già presentato un ricorso davanti alla Corte di Giustizia tributaria regionale. Tra i debitori potenziali anche le Piccole sorelle dei poveri, che per l'istituto di via Emilia dovrebbe sborsare 945 mila euro. La Cgil di Messina, dovrebbe pagare 63 mila euro dopo aver perso in primo grado. Sentenza già impugnata.

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