Un natale amaro per diversi abitanti abusivi delle case popolari. Sono un centinaio le pratiche di recupero immobile avviate dall'Istituto autonomo. Almeno 10 in città quelli arrivati all'ordinanza di sgombero. Tra questi il caso di Calogero Arcidiacono in via Centonze al n. 225 che sporge proprio di fronte alla chiesa di San Clemente. Ieri si è presentata la polizia abitativa con operai al seguito per murare l'ingresso visto che erano stati superati tutti gli step successivi. Alla fine ha prevalso il buon senso e Pasquale è rimasto in quella sorta di tugurio che occupa abusivamente dove vive con la sua famiglia ma finirà sul tavolo di un magistrato perchè sarà denunciato probabilmente per occupazione abusiva di edificio pubblico. Nella sua stessa condizione nello stesso edificio ci sono altri cinque casi arrivati al capolinea. I fascicoli sono già stati affidati alla polizia abitativa. Ma morosi e abusivi in tutta la provincia sono un centinaio. Oltre una decina a Milazzo. Una ventina a Messina e gli altri sparsi nel resto del territorio. Ieri, durante l'assemblea generale di Federcasa che si è tenuta a Napoli e alla quale ha partecipato il commissario dell'Istituto autonomo case popolari di Messina Giovanni Rovìto è uscito fuori un dato sconcertante. Negli edifici pubblici non paga un inquilino su due. Da recuperare ci sono 2,6 miliardi di euro. C'è però tra molti casi il paradosso, si nascondono le nuove povertà in continuo aumento. Ci sono quegli inquilini diventati abusivi in quanto abitavano magari con i genitori o con i nonni intestatari legittimi degli immobili e alla loro morte si sono ritrovati senza alcun titolo. E quindi pur volendo pagare non possono pagare perché la loro casa dev'essere riassegnata dai comuni di appartenenza. “Occorre che il legislatore- spiega Giovanni Rovìto- metta mani a questa situazione dando vita ad una sanatoria fissando dei criteri precisi magari consentendo la regolarizzazione solo ai parenti di primo grado”. Sul capitolo botteghe occupate, l'Unione inquilini guidata da Antonio Currò, chiede che almeno il dieci per cento di quelle pubbliche, a Messina sarebbero almeno duecento, siano utilizzate per l'emergenza abitativa, Rovìto è chiaro: “Non si può fare. Non hanno l'abitabilità. L'Urbanistica del Comune non accetterebbe mai una situazione del genere. Si andrebbe contro legge. Spesso non hanno nemmeno le finestre”. E infine sulle ordinanza di sgombero: “Non arrivano da un giorno all'altro. Ci sono almeno sei mesi da quanto parte la procedura dal primo all'ultimo avviso”.