Il risultato maturato al Franco Scoglio è figlio della ennesima settimana turbolenta dove si è pensato a tutto fuorché all'impegno casalingo contro il Foggia che è passato all'incasso come fa regolarmente da qualche anno a questa parte quando viene a giocare a Messina. Più che una partita difficile, una gita fuori porta per i dauni in netta ripresa che non faranno fatica ad inserirsi nel discorso play-off. Un 3-0 che, peraltro, sembra un film già visto con la squadra di Giacomo Modica che sembra conoscere un solo spartito e quando qualcosa va storto fatica a trovare le soluzioni alternative. Il tecnico ha schierato una formazione sulla carta più esperta con l'esperimento Ortisi a destra, qualcosa che francamente si poteva evitare perché il tempo delle prove è finito da un pò e servirebbero più certezze di ruoli e competenze che questo organico, allestito proprio dall'allenatore di Mazara del Vallo con il Ds Pavone, non ha.
La classifica rimane complicata, ma non più della situazione societaria. Ieri nessuno si è presentato in sala stampa a giustificare o a spiegare cosa non abbia funzionato. Il presidente non va allo stadio con il più comodo degli alibi come se la squadra non fosse sua, il direttore sportivo è dimissionario e non ha alcuna voglia di rientrare al suo posto, e l'allenatore è, di fatto, un separato in casa perché, dopo aver fatto fuoco e fiamme per restare a giugno a Messina e conoscendo benissimo la situazione lavorativa, vorrebbe, adesso, andare altrove, condizione che può verificarsi fino al 20 dicembre e solo in caso di licenziamento. I calciatori hanno già dato e, per quanto vadano in campo, non sono i primi responsabili a dover giustificare le sconfitte. In più c'è la irrisolta questione del passaggio di quote. AAD Invest Group dopo la tappa dal notaio non ha ancora inoltrato il bonifico che gli consentirebbe di acquisire l'80% delle quote mentre Sciotto, nelle more, rimane inerme e non prende nessuna decisione alternativa, sperando che sul suo conto arrivi la somma pattuita, magari già la prossima settimana. Al momento, quindi, non c'è né piano B, né piano C e si vive letteralmente alla giornata, frase che, realtà, avevamo già sentito all'inizio di campionato, precisamente a fine settembre a Picerno. L'unica cosa sicura è che sarà ancora il patron Pietro Sciotto a dover onorare la scadenza del 16 dicembre quando bisognerà essere in regola con stipendi e contributi, cifra che a spanne, sfiora i 250mila euro.
Cresce, intanto, l'esasperazione dei tifosi che si sfogano specialmente sui social. Quello che serve, al di là delle discussioni e delle posizioni, sarebbe una soluzione che consenta al Messina di fare mercato a gennaio per tentare di salvare la baracca perché, in definitiva, la retrocessione sarebbe il peggiore dei mali. Sabato a Biella si chiude l'andata. La speranza è che il Messina arrivi più preparato all'appuntamento delicato contro la Juve Next Gen.
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