Almeno 3 gli sfratti che verranno attuati a ridosso del periodo natalizio. Il primo a metà dicembre riguarda una bottega occupata 7 anni fa in pieno centro in via Centonze. Altri riguardano la cosiddetta morosità incolpevole.
Tra questi il caso di una disoccupata cinquantaseienne che ha perso il reddito di cittadinanza e non riesce da tempo a pagare con regolarità per un appartamento sul viale Boccetta l'affitto di circa 500 euro.
L'allarme sugli sfratti e sull'emergenza alloggi ieri mattina era stato lanciato nella sede della Cgil, dal Sunìa che ha fornito numero sconcertanti. Numeri oggi amplificati dall'Unione inquilini che si sta occupando degli sfratti ormai esecutivi che riguardano almeno tre famiglie. Sfratto forzato ormai imminente per una famiglia che aveva occupato sette anni fa una bottega realizzata dall'Istituto autonomo case popolari,. Esecuzione imminente per altre due famiglie due che non pagano la pigione ai proprietari: vedranno bussare prima di natale alla loro porta ufficiale giudiziario e forza pubblica. In Sicilia nel 2023 si registrano 4905 richieste di esecuzione mentre in provincia di Messina sono 167 i provvedimenti di sfratto emessi, 209 le richieste di esecuzione, 89 gli sfratti eseguiti con l'ausilio della forza pubblica, l'11,5 per cento in più rispetto all'anno precedente. Un trend quello della provincia in linea con il 2022 ma che preoccupa l'Unione inquilini considerando il tasso di inflazione crescente e l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità lievitati del 12% rispetto al 2022.
L'Unione inquilini sollecita le istituzioni a trovare soluzioni immediate. E proprio sulle botteghe che, tra Comune e Iacp sarebbero circa duecento, sollecita le due istituzioni a considerare la possibilità di cambiare la destinazione d'uso di almeno una parte di essi. Gli alloggi necessari per far fronte all'emergenza baracche e a quella abitativa in generale sarebbero secondo Antonio Currò segretario dell'Unione inquilini circa 4000.
Ma attenzione l'unione inquilini dice no alla soluzione palazzoni. Quei palazzoni che grazie ai fondi statali Pinqua qualità dell'abitare dovrebbero sorgere a Fondo Busicile, a Bisconte e all'Annunziata.
“A Scampia – spiega Currò- che lo aveva già detto a chiare lettere durante una puntata di Scirocco dedicata all'argomento- le vele vengono demolite. Da noi si costruiscono. Questi progetti sono vecchi e operami totalmente superati. E non è dimezzando il numero di palazzo che si può risolvere la questione.
Il segretario del Sunia Messina, Claudio Vallone, sottolinea come “a questi dati si aggiunge la mancanza di una politica abitativa strutturale, con le graduatorie di assegnazione di alloggi pubblici completamente ferme e che non esiste nemmeno un censimento degli alloggi pubblici”. Il Sunia per questo chiede l'istituzione di un Osservatorio permanente a cui dovrebbero partecipare il Comune, le parti sindacali, i rappresentanti della proprietà e degli inquilini.
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