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Messina, morti sospette all'ospedale "Papardo": si indaga anche sulle valvole cardiache

Sui decessi avvenuti al Papardo dopo operazioni chirurgiche al cuore sono state finora effettuate quattro autopsie da un collegio peritale composto dal medico legale, la professoressa Daniela Sapienza, dal cardiologo Gianluca Di Bella e dall'infettivologo Placido Mondello. L'inchiesta, affidata alle sostitute Anna Maria Arena e Alice Parialò e coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, vuole determinare se la causa di queste morti sia riconducibile anche alla presenza di batteri nelle sale operatorie di cardiochirugia, dove erano state sottoposte ad intervento le quattro persone poi decedute, nel reparto di terapia intensiva post operatoria, nei corridoi di collegamento e nei condotti di areazione.

Per accertarlo è stato dato incarico al laboratorio Chemlab Istituto di Ricerca di Catania che lo scorso 17 ottobre ha eseguito i tamponi nell'aree sotto osservazione. I risultati non sono, però, ancora arrivati. Ma sotto la lente d'ingrandimento della procura di Messina non ci sono solo i batteri ma anche le valvole utilizzate negli interventi chirurgici. Gli indagati, come atto dovuto, al momento sono tre. Si tratta di altrettanti medici che devono rispondere di omicidio colposo. Intanto ai casi della 63enne barcellonese Maria Dora Biondo, del 66enne Gaetano Tommaso Bombaci, del 57enne Vincenzo Ragusa e del 60enne Nunzio Bonfiglio se ne è aggiunto un altro nelle ultime ore. E' quello del 65enne Angelo Catanzaro, originario di Giardini Naxos. Temporalmente sarebbe il primo caso. Era stato ammesso al reparto di cardiologia lo scorso 20 luglio con una diagnosi di ammissione che comprendeva l'allergia agli antibiotici e diverse patologie tra cui una stenosi aortica severa. Purtroppo l'11 agosto l'uomo è deceduto dopo essere stato operato per la sostituzione valvolare aortica e singolo bypass. Quadro complicato da emopericardio e polmonite da Klebsiella. La procura di Messina non ha ancora disposto l'autposia ma non è detto che non lo faccia nonostante sia passato diverso tempo dalla morte. Nelle prossime ore potrebbe arrivare un nuovo esposto della famiglia di un uomo nativo del comprensorio pattese, e deceduto nei giorni scorsi sempre al Papardo. Nessuna presa di posizione ufficiale della struttura sanitaria della zona nord che ha nella cardiochirugia uno dei suoi punti di forza. Si confida sul lavoro della magistratura che dovrà fare piena luce su tutti questi decessi, una lista che si sta, pericolosamente, allungando a dismisura.

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